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Brindisi

Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica, il Governo impugna la legge regionale

Il consigliere regionale Caroli chiede un'audizione urgente: "Rischio di illegittimità e aumento dei costi"

Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica, il Governo impugna la legge regionale

Riabilitazione - archivio

BRINDISI - Il futuro del Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica torna al centro del dibattito politico. Il consigliere regionale e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Brindisi, Luigi Caroli, ha chiesto un'audizione urgente per fare chiarezza sulle conseguenze dell'impugnazione della legge regionale che prevedeva l’internalizzazione della struttura.

Lo stop del Governo e le motivazioni

Il 22 luglio scorso, il Governo nazionale ha impugnato il provvedimento approvato dal Consiglio regionale pugliese il 21 maggio, evidenziando profili di illegittimità costituzionale. Secondo l’esecutivo, la norma sarebbe in contrasto con gli obblighi previsti dal Piano di rientro dal deficit sanitario, poiché la trasformazione del centro da privato a pubblico avrebbe dovuto avvenire esclusivamente previo accordo con i Ministeri competenti.

Ma l’aspetto più critico riguarda l'impatto finanziario. L’impugnativa sottolinea che la gestione interamente pubblica della struttura potrebbe determinare un incremento dei costi non quantificato, mettendo a rischio l'equilibrio economico della sanità pugliese. Il finanziamento dell’operazione, pari a 9,592 milioni di euro, è stato calcolato sulla base della spesa sostenuta nel 2022 per l’acquisto di prestazioni dalla Fondazione San Raffaele, senza però considerare una serie di elementi chiave, tra cui:

  • La perdita dei ricavi per la Asl di Brindisi derivanti dal canone di concessione della gestione
  • L'aumento del costo del personale, legato all’applicazione del contratto collettivo nazionale della Sanità Pubblica
  • L’acquisto di attrezzature e arredi necessari per il funzionamento della struttura

Secondo Caroli, l’analisi dei costi indica che la gestione pubblica potrebbe far lievitare la spesa sanitaria di oltre il 30%, portandola ben al di sopra della previsione iniziale.

I dubbi sulla gestione della vicenda

Al momento, il centro dispone di 56 posti letto, ben lontani dai 95 previsti. Secondo il consigliere regionale, questa scelta potrebbe essere una strategia per contenere i costi e limitare l'impatto finanziario dell’operazione.

Ma il nodo centrale è un altro: perché la Asl di Brindisi sta procedendo con gli atti amministrativi nonostante l’impugnazione? Caroli ricorda che, in situazioni simili, la Regione ha spesso cercato un confronto con i Ministeri competenti prima di adottare decisioni definitive, come accaduto per la legge sull’Acquedotto Pugliese.

E se la Corte Costituzionale dovesse bocciare la legge? La domanda resta aperta, così come l’incognita sul destino degli atti già adottati dalla Asl. Un atteggiamento ben diverso, sottolinea Caroli, rispetto a quanto accade in altre province: la Asl di Foggia, ad esempio, ha deciso di non procedere con l’internalizzazione delle RSA di Troia e Sannicandro, anch'essa impugnata dal Governo.

La richiesta di audizione

Di fronte a questi scenari, Caroli ribadisce la necessità di convocare al più presto un’audizione per fare chiarezza sulla situazione ed evitare che vengano compiuti atti potenzialmente illegittimi. Il rischio, evidenzia, è quello di trovarsi di fronte a decisioni già operative ma prive di validità legale, con pesanti ripercussioni sulla sanità e sulle casse regionali.

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