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Lecce
25 Gennaio 2025 - 12:39
Operazione dei Carabinieri
LECCE - Un episodio inquietante di criminalità organizzata scuote Presicce-Acquarica del Capo, piccolo comune del Salento. Un uomo di cinquantanove anni, Lucio Mancino, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato insieme alla figlia trentacinquenne Federica Mancino e alla compagna Mariana Leiba, ventunenne di origini moldave. I tre sono accusati di aver tentato una estorsione ad una commerciante locale e il suo compagno con metodi violenti, arrivando a piazzare due ordigni esplosivi nel giro di poche settimane.
La cronaca degli eventi
Tutto è iniziato lo scorso 15 maggio, quando un ordigno rudimentale è stato posizionato all’esterno di un bar in fase di inaugurazione, situato in piazzetta Villani, nei pressi della chiesa madre. Fortunatamente, l’esplosivo non è deflagrato a causa di un malfunzionamento. Tuttavia, il 29 maggio, un secondo ordigno è stato fatto esplodere, causando danni agli infissi e alle soglie in marmo dell’attività commerciale. Il messaggio intimidatorio era chiaro: i responsabili miravano a ottenere la sublocazione del locale.
Indagini e arresti
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte dai carabinieri della Compagnia di Tricase, hanno permesso di ricostruire l’intera vicenda. Gli inquirenti hanno attribuito a Lucio Mancino e alla figlia il ruolo di mandanti degli atti intimidatori, eseguiti in concorso con altri tre complici ancora in fase di identificazione.
Oltre agli episodi di estorsione e danneggiamento, è emerso un traffico di sostanze stupefacenti gestito dallo stesso Mancino insieme alla giovane compagna. Durante le perquisizioni, i militari hanno sequestrato diverse dosi di cocaina, pronte per essere immesse sul mercato locale.
Le misure cautelari
In seguito alle operazioni, il cinquantanovenne e la figlia sono stati trasferiti nel carcere di Lecce, mentre la ventunenne è stata posta agli arresti domiciliari. I tre, assistiti dall’avvocato Rita Ciccarese, dovranno rispondere di una serie di reati gravi, tra cui tentata estorsione, atti persecutori, danneggiamento mediante l’uso di esplosivi e spaccio di droga.
Proseguono le indagini
Le autorità non escludono ulteriori sviluppi. L’obiettivo è identificare i complici che hanno materialmente piazzato gli ordigni e chiarire se l’organizzazione abbia ramificazioni più estese nel territorio.
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