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Bari

Bronchiolite nei neonati: ricoveri ridotti grazie agli anticorpi monoclonali

Boom di casi evitati rispetto allo scorso anno. Preoccupa il rifiuto dei genitori alla somministrazione. Due bambini ricoverati in rianimazione per meningite meningococcica

L'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari

L'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari

BARI - Nei mesi tra ottobre 2024 e gennaio 2025, cinque bambini sono stati ricoverati per bronchiolite da virus respiratorio sinciziale (VRS) nei due principali ospedali pediatrici della Puglia. Due casi si sono verificati al Giovanni XXIII di Bari, mentre altri tre piccoli pazienti sono stati accolti nel Policlinico di Foggia.

Secondo quanto riferito dagli esperti, quattro di loro hanno contratto il virus perché i genitori hanno rifiutato la somministrazione dell’anticorpo monoclonale, mentre il quinto ne era escluso per limiti di età.

Una svolta nella lotta alla bronchiolite

I numeri testimoniano l’efficacia della strategia adottata dalla Regione Puglia. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il calo dei ricoveri è stato drastico: tra ottobre 2023 e gennaio 2024, infatti, furono 53 i bambini ospedalizzati per bronchiolite da VRS, due dei quali finirono in terapia intensiva.

Il risultato è frutto di un percorso iniziato con l'approvazione di una legge in Consiglio regionale e proseguito con una serie di provvedimenti amministrativi che hanno reso disponibili gli anticorpi monoclonali, superando ostacoli burocratici e resistenze organizzative.

Il rischio del rifiuto: due casi di meningite in rianimazione

Se il calo della bronchiolite conferma il valore della prevenzione, restano preoccupanti i casi di rifiuto delle immunizzazioni. Un ulteriore campanello d’allarme arriva dal Giovanni XXIII di Bari, dove nelle scorse settimane due bambini sono stati ricoverati in rianimazione per meningite meningococcica. Anche in questo caso, i genitori avevano scelto di non vaccinarli.

"Diffondere la cultura della prevenzione è essenziale – sottolineano gli assessori regionali Fabiano Amati e Raffaele Piemontese – perché il valore di questi trattamenti non è solo individuale, a tutela della salute del singolo bambino, ma anche collettivo, per ridurre la circolazione di virus e batteri pericolosi".

Monitoraggio in corso

Per avere un quadro più dettagliato, nelle prossime ore la Regione raccoglierà i dati anche dagli altri ospedali pediatrici pugliesi.

Nel frattempo, i due assessori hanno espresso gratitudine per il lavoro svolto dal direttore sanitario del Giovanni XXIII, Livio Melpignano, dall'unità operativa di malattie infettive pediatriche guidata da Desiree Caselli, e dai responsabili delle unità di neonatologia e terapia intensiva neonatale del Policlinico di Foggia, Gianfranco Maffei e Matteo Rinaldi, insieme a tutto il personale sanitario impegnato in prima linea nella cura dei piccoli pazienti.

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