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Taranto

Lo sciopero al porto

Ieri la seconda giornata

Il porto di Taranto

Il porto di Taranto

Ieri la seconda giornata di sciopero Ugl Mare dei lavoratori dipendenti della Rimorchiatori Napoletani Srl, che operano all’interno del porto di Taranto.

Domenico Loperfido, Rsa Ugl, parla di «vicenda surreale. Con sacrificio e dedizione, continuiamo a contestarla insieme alla quasi totalità dei lavoratori, oggi in sciopero. L’azienda applica una turnazione che presenta gravi problematiche esponendoci a rischio per rispettare il nostro dovere, seguendo quanto imposto. Gli orari di lavoro sono impraticabili: basti pensare che è stato imposto il turno 00:00-12:00 e 12:00-24:00. Questo significa che, dopo aver terminato il turno a mezzanotte, dobbiamo riprendere servizio alle ore 12:00 del giorno successivo, senza un adeguato riposo, soprattutto per chi, come spesso accade in ambito marittimo, vive lontano dal luogo di lavoro».

Per Daniele Toma, Coordinatore Ugl Mare, «l’azienda, attraverso questa nuova turnazione, nasconde la reale intenzione di ridurre gli equipaggi da 17 a 15, che operano sui rimorchiatori a ciclo continuo, causando la perdita di ben sei posti di lavoro. Questo, nonostante la concessione alla società sia stata prorogata di un ulteriore anno appena un mese fa. La riduzione degli equipaggi comporta un sovraccarico per tutti i lavoratori, con picchi di straordinario fino a quasi 70 ore mensili. È inaccettabile dover svolgere centinaia di ore di straordinario obbligato, quasi come se fosse orario ordinario, e allo stesso tempo perdere posti di lavoro. Va inoltre ricordato che, nel 2013 e nel 2018, sono stati sottoscritti accordi di secondo livello, ancora vigenti, che includono anche la turnazione di lavoro, la quale già eccedeva le normali 173 ore mensili, con una media di 192 ore lavorate.

L’azienda, solo poche ore prima dell’inizio della nuova turnazione, aveva inoltre proposto un orario di lavoro che includeva una pausa pranzo non retribuita che la Ugl Mare ha prontamente segnalato alla CapTa, specificando che avrebbe causato l’interruzione delle attività, non garantendo il servizio per 24 ore, come previsto dalla concessione. Dopo la nostra comunicazione, la Capitaneria di Porto ha convocato l’azienda, che è stata costretta a eliminare la pausa non retribuita. Potremmo considerarla una piccola conquista, ma per noi è solo un diritto, seppur confermi una delle principali motivazioni per cui protestiamo. Gli effetti di questa assurda turnazione sono molteplici. Pur di applicarla, l’azienda mette a rischio i lavoratori, con orari di lavoro mai visti prima e disallineati rispetto alle attività portuali. Hanno persino spostato personale “a terra” senza rispettare l’anzianità di servizio e le consuetudini precedenti, arrivando a violare la Legge 104/92, dato che uno di questi lavoratori usufruisce dei permessi previsti dalla legge, senza aver concordato alcuno spostamento. E’ importante sottolineare che, i lavoratori spostati “a terra” non usufruiscono di una propria turnazione e di nessuna programmazione lavorativa, presentandosi sul proprio posto di lavoro senza sapere quali attività svolgere, un costo tra l’altro per la stessa azienda».

Alessandro Calabrese, segretario generale Ugl Taranto: «Riteniamo che le ragioni della nostra vertenza riguardino diritti fondamentali dei lavoratori. La qualità della vita deve essere considerata un parametro imprescindibile in qualsiasi attività lavorativa, e nessuna azienda può violare o mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. La prevenzione e una corretta valutazione dei rischi, come imposto dalla normativa, sono il vademecum della nostra attività sindacale».

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