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Il caso

«La Puglia è meta di flussi di rifiuti. A Taranto una situazione complicata»

La procuratrice di Taranto, Eugenia Pontassuglia, durante il Forum Internazionale Polieco sull'economia dei rifiuti tenutosi a Napoli

Il nuovo Procuratore Capo della Repubblica, Eugenia Pontassuglia - foto Francesco Manfuso

Il Procuratore Capo della Repubblica, Eugenia Pontassuglia - foto Francesco Manfuso

La questione ambientale è spesso al centro di discussioni, ma al momento di allocare risorse concrete per affrontarla, queste sembrano scarseggiare. È necessario, invece, fornire energie, strumenti, controlli e attenzione per coinvolgere chi vuole intervenire e ridurre un fenomeno che incide pesantemente sulla salute dei cittadini.

Su questo punto è intervenuta la procuratrice di Taranto, Eugenia Pontassuglia, durante il Forum Internazionale Polieco sull'economia dei rifiuti tenutosi a Napoli. Insieme al procuratore di Bari, Roberto Rossi, ha evidenziato la necessità di rafforzare il controllo sui traffici di rifiuti e l'importanza di una polizia giudiziaria specializzata. "Il problema principale riguarda la specializzazione degli agenti e la carenza di organico," ha dichiarato Pontassuglia. "Anche con una polizia adeguatamente formata, le risorse umane sono comunque insufficienti per gestire il fenomeno."

Pontassuglia ha sottolineato come le indagini in corso in tutta Italia siano numericamente inferiori rispetto alla gravità del fenomeno, un problema che risulta evidente a livello nazionale. Tuttavia, il traffico di rifiuti non è più limitato a specifiche regioni italiane: il problema ha assunto una dimensione internazionale, con rifiuti diretti sempre più spesso verso destinazioni europee ed extraeuropee.

A Taranto, la situazione è particolarmente critica. Secondo Pontassuglia, la regione Puglia è diventata meta di flussi di rifiuti provenienti da altre zone del Paese, in particolare dalla Campania, con rifiuti sparsi illegalmente in terreni, discariche e capannoni. Questo comportamento aumenta il rischio di incendi, che spesso vengono archiviati come episodi di autocombustione. "È difficile distinguere tecnicamente tra incendi dolosi e autocombustioni," ha spiegato la procuratrice, "e spesso interveniamo solo dopo aver appreso della situazione dai media."

In questo contesto, la città di Taranto si trova a fronteggiare una sfida particolarmente complessa, legata alla gestione di questi flussi illeciti di rifiuti. Pontassuglia ha sottolineato l'importanza di richiamare i gestori degli impianti al rispetto delle normative antincendio, una pratica già messa in atto a Bari, dove l'adozione di tali misure ha contribuito a contenere il problema. "Seguire la legge e rispettare le norme di sicurezza è essenziale per ridurre i rischi legati a questi traffici," ha concluso la procuratrice.

Taranto, con il suo delicato equilibrio ambientale, continua a essere un punto focale nella lotta contro i traffici illeciti di rifiuti, con le autorità locali impegnate in prima linea per proteggere il territorio e la salute dei cittadini.

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