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Il saluto del questore alla città
23 Settembre 2024 - 16:05
Il questore Massimo Gambino
«Ricordavo la Taranto degli anni ‘90: era una città buia, oscura. Quando sono arrivato qui da questore l’ho vista in una situazione migliore. Oggi qualcosa è cambiato in positivo, anche se c’è ancora molto da fare e bisogna farlo tutti insieme». Parole chiare, quelle del questore Massimo Gambino, che ieri si è congedato dai giornalisti prima di dirigersi a Bari per ricoprire l’incarico di Questore nel capoluogo di regione. Da ottobre, infatti, il dottor Gambino sarà il nuovo questore di Bari, un incarico prestigioso accompagnato dalla nomina a dirigente generale di Pubblica Sicurezza.
Nell’incontro con i giornalisti, Gambino ha riassunto il lavoro svolto in questi tre anni di permanenza a Taranto e il risultato finale, condiviso naturalmente con le altre forze dell’ordine, è in quella classifica che indica Taranto tra le città più sicure d’Italia. Il lavoro della Polizia in questi tre anni ha fatto registrare dati molto indicativi: 939 arresti, 7.863 denunce, 387mila persone controllate, 156 chili di droga sequestrati, 324 armi da fuoco sequestrate, oltre alle numerose operazioni che hanno portato all’arresto di rapinatori ed estorsori o all’aver sgominato bande di trafficanti di droga o, ancora, smascherato truffatori o autori di omicidi e tentati omicidi. Numeri che stanno ad indicare la capacità di controllo del territorio.
Il questore ha comunque voluto sottolineare l’importanza del lavoro di squadra che è stato fatto da magistratura e forze dell’ordine, condividendo i meriti dei risultati raggiunti in questi anni e riconoscendo anche il lavoro dei suoi predecessori. Ecco, questo saper lavorare insieme forse ha voluto essere anche una indicazione più generale per la crescita della città. «Se per quanto riguarda la sicurezza siamo ai primi posti in Italia, non si può dire altrettanto in altri settori. Questo significa che c’è bisogno di altro, magari di investire soprattutto nella cultura. Al Sud siamo abituati a piangerci addosso, invece abbiamo necessità di credere di più in quello che abbiamo e che c’è in questo territorio. Taranto e la sua provincia hanno risorse magnifiche. Taranto non è solo Ilva, ma bisogna lavorare affinché il territorio risulti attrattivo e questo è compito della politica. È necessario fare squadra».
Tra gli impegni più gravosi affrontati in questi anni, il questore ha voluto ricordare le tensioni che si sono sviluppate intorno alla crisi dello stabilimento siderurgico: «Le abbiamo gestite sempre con grande equilibrio insieme alle altre istituzioni, ai sindacati, alle forze economiche».
E poi l’impegno per il G7, con l’arrivo e il soggiorno a Taranto di Zelensky. Anche in questo caso, tutto gestito con grande professionalità, efficacia e riservatezza. Infine, non ultimo per importanza: mai un episodio negativo registrato nei confronti dei crocieristi che sbarcano in città.
Ora il dottor Gambino è atteso dalla prestigiosa esperienza barese: «Bari è una città complessa, ma le sfide non mi dispiacciono. Questo non è un lavoro, ma una missione e io ho lo stesso entusiasmo del primo giorno».
Massimo Gambino lascia a Taranto un segno molto positivo e l’attestazione del suo buon lavoro è arrivato proprio da una delle sue più strette collaboratrici: la dottoressa Ilaria Grippa, che ha voluto ringraziarlo per il contributo di esperienza e professionalità offerto in questi tre anni.
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