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Il caso

Tari, aumenti in arrivo nella provincia di Taranto: ecco dove

La nota di Confcommercio

Bidoni rifiuti

Contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti (foto d'archivio)

"Per i contribuenti forti aumenti in arrivo, nei comuni della provincia di Taranto dove il costo del conferimento della frazione indifferenziata dei rifiuti solidi urbani avviene in impianti - cosiddetti minimi - di stoccaggio". E' quanto si legge in una nota inviata oggi pomeriggio, 5 settembre, da Confcommercio.

"Come previsto già da mesi, i Comuni pugliesi e gestiti dalla società Progetto Ambiente S.u.r.l. (ben 16 sono in provincia di Taranto) stanno ricevendo in questi giorni comunicazione dei nuovi importi che ciascun singolo comune dovrà corrispondere secondo la tabella predisposta da AGER, l’Agenzia Regionale per la gestione dei rifiuti. Un adeguamento delle tariffe vigenti giustificato dalla variazione dei prezzi intervenuta nell’arco temporale 2021/2023 e che AGER ha applicato in base all’indice Istat con riferimento al comparto industriale anziché all’indice specifico che fa riferimento", spiegano dall'associazione dei commercianti.

"La società Progetto Ambiente" continua ancora la nota "rivendica la sottoscrizione e restituzione dell’atto transattivo entro 30 giorni dalla data di invio, minacciando in caso di inadempienza di far decadere il comune interessato dai benefici concessi (rateizzazione e rinuncia agli interessi).

I comuni del Tarantino interessati sono: Avetrana, Carosino, Faggiano, Fragagnano, Leporano, Lizzano, Manduria, Martina Franca, Maruggio, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Pulsano, Roccaforzata, San Giorgio Ionico, Sava.

L'accusa di Mancino

Come è noto - commenta Tullio Mancino, direttore di Confcommercio Taranto - la sentenza del Consiglio di Stato ha annullato la delibera del 2021 di Area, l'Agenzia di regolamentazione per l’energia, reti e ambiente cui la Regione si era uniformata, finalizzata a calmierare il mercato. Ora si torna al regime di mercato con gli incrementi secondo le rivalutazioni Istat ed anche la restituzione dei conguagli retroattivi per il triennio 2021/23". Per Mancino la Regione Puglia ha "responsabilità politico-programmatica della carenza impiantistica su tutto il territorio regionale" e "non ha saputo evitare tale grave situazione, e tanto meno si sta predisponendo ad assumere l’onore finanziario degli aumenti delle tariffe, lasciando che a pagare siano i Comuni e a cascata i cittadini e le imprese pugliesi laddove, nella maggior parte dei casi, i Comuni non dispongono delle risorse”.

Giangrande: "Matassa ingarbugliata"

Si profila – afferma Leonardo Giangrande, presidente provinciale di Confcommercio Taranto - un impegno economico insostenibile per i Comuni che già pressati dalle difficoltà di bilancio, dovranno ora far fronte a questa importante revisione dei valori tariffari di conferimento. Ciò comporta il rischio che vi siano aumenti consistenti del costo della frazione indifferenziata stimabili attorno al 50%, nonostante gli sforzi dei comuni che stanno cercando di raschiare il barile per trovare delle risorse residue per ridurre l’impatto tributario. Una matassa ingarbugliata che evidenzia il vuoto della Regione Puglia nella gestione di un servizio che coinvolge amministrazioni, cittadini e imprese.

E’ necessario, lo ribadiamo, che la Regione si assuma le sue responsabilità politiche e che risponda facendosi carico di una situazione che non può ricadere sul contribuente sul quale gravano già altri impegni ed oneri determinati da una congiuntura complessa e da costanti aumenti delle forniture di servizi e merci. Alla politica a tutti i livelli facciamo appello di intraprendere qualunque azione utile a tutelare operatori e cittadini”.

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