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Il caso

Non solo Papilloma virus, il Governo impugna tre leggi della Regione Puglia

Nel mirino anche le norme sul Centro regionale di riabilitazione pubblica ospedaliera di Ceglie Messapica e quelle in materia di tutela della salute

La sede del Consiglio regionale pugliese

La sede del Consiglio regionale pugliese

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, ha deliberato di impugnare tre leggi emanate dalla Regione Puglia, ritenendole in contrasto con la normativa statale e la Costituzione.

Le leggi contestate

Legge n. 21 del 30 maggio 2024 - Istituzione del Centro regionale di riabilitazione pubblica ospedaliera di Ceglie Messapica (CRRiPOCeM)

Il governo sostiene che alcune disposizioni di questa legge violano gli articoli 97 e 117, terzo comma, della Costituzione, poiché contrarie alle normative in materia di pubblico impiego e coordinamento della finanza pubblica. Secondo il comunicato di Palazzo Chigi, le norme regionali non sarebbero in linea con i principi di buon andamento e imparzialità dell'amministrazione pubblica.

Legge n. 22 del 30 maggio 2024 - Modifica alla legge regionale 16 febbraio 2024, n. 1

Questa legge mira a modificare il programma di eliminazione del carcinoma del collo dell'utero e altre patologie HPV-correlate, introducendo misure per l'aumento della copertura vaccinale anti-HPV e prevenzione delle infezioni da Virus respiratorio sinciziale (VRS). Tuttavia, il governo ha rilevato che alcune disposizioni sugli obblighi vaccinali per l’iscrizione ai servizi scolastici violano gli articoli 3, 34 e 117, primo e secondo comma, della Costituzione, oltre che la normativa europea.

Legge n. 24 del 30 maggio 2024 - XI legislatura - 20° provvedimento di riconoscimento di debiti fuori bilancio

Infine, questa legge, che introduce modifiche relative all'istituzione e gestione delle aree naturali protette, alla Fondazione della disfida di Barletta e alla disciplina delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, è stata impugnata perché alcune disposizioni sono considerate in contrasto con la normativa statale in materia di tutela della salute. Il governo sostiene che la legge viola l’articolo 117, terzo comma, della Costituzione.

Le motivazioni del governo

Il governo, attraverso queste impugnative, ribadisce l'importanza del rispetto della Costituzione e delle normative statali ed europee. Le leggi regionali devono infatti coordinarsi con il quadro legislativo nazionale per garantire l’armonia del sistema giuridico e l’efficacia delle politiche pubbliche su tutto il territorio nazionale.

La decisione del Consiglio dei Ministri pone l'accento sulla necessità di una collaborazione costruttiva tra Stato e Regioni, nel rispetto delle competenze e dei principi costituzionali, al fine di assicurare una governance efficace e coerente con i diritti e i doveri sanciti dalla Carta Costituzionale.

Naturalmente ora si attende la replica della Regione Puglia.

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