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La crisi del Siderurgico
02 Luglio 2024 - 14:37
Oggi il vertice a Roma
Cassa integrazione all'ex Ilva: cominciato oggi, 2 luglio, al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l'esame congiunto con la convocazione dei sindacati. Il 20 giugno scorso è stata inviata da parte di Acciaierie d'Italia, l'istanza per l'avvio della nuova cassa integrazione guadagni straordinari prevista per le aziende in amministrazione straordinaria. La richiesta riguarda 5.200 lavoratori del gruppo, di cui 4.400 per lo stabilimento di Taranto.
Da registrare il dialogo tra le parti, ma la distanza ancora notevole sui numeri che c'è tra azienda ed organizzazioni sindacali.
Valerio D'Alò, segretario nazionale della Fim Cisl
«L’incontro di oggi al Ministero del Lavoro sulla procedura di cassa integrazione per i lavoratori dell’ex Ilva non ci lascia soddisfatti in quanto è stato confermato che non è stato ancora sbloccato il prestito ponte di 320 milioni di euro, risorse necessarie per il piano di ripartenza. L’azienda in amministrazione straordinaria ha ribadito la propria impostazione sull’avvio della cassa integrazione per 5.200 lavoratori. Sono fondamentali per la prosecuzione della discussione, gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e la messa in funzione del secondo altoforno. Ad oggi il piano per la ripartenza che è stato presentato in Confindustria a Roma il 7 maggio scorso è in contraddizione con i numeri prospettati di cassa integrazione» ha dichiarato Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom Cgil.
«Ancora una volta ci siamo ritrovati di fronte ad una procedura di cassa integrazione, con numeri quasi raddoppiati di lavoratori rispetto a quella precedente, senza confrontarci seriamente su una prospettiva che dia certezze a 20.000 lavoratori di tutto il sistema ex Ilva, compresi le migliaia di lavoratori del sistema degli appalti, per i quali permane una condizione di grave sofferenza e incertezza sotto ogni punto di vista» ha detto il segretario nazionale dalla Uilm e responsabile Siderurgia, Guglielmo Gambardella. «Fermo restando l'integrazione salariale alla cigs che deve essere riconosciuta ai lavoratori - ha proseguito Gambardella, che all'incontro è stato accompagnato da Davide Sperti, segretario della Uilm di Taranto - non si può continuare a parlare solo di cassa integrazione, legata alla durata dell'amministrazione straordinaria, senza avere un percorso di ripresa di tutte le attività e che ci faccia vedere una prospettiva di risalita produttiva e di rientro di tutti i 5.200 lavoratori, avendone già 1.600 in cigs nell'Ilva in amministrazione straordinaria, e che dia garanzie anche ai lavoratori delle aziende dell'indotto».
La nota della Uilm
Per Rizzo e Colautti (Usb) «la richiesta di cassa integrazione formulata da Acciaierie d'Italia, con numeri così drastici rischia di compromette del tutto il senso di discontinuità che l'amministrazione straordinaria ha provato a dare fin qui, attraverso un dialogo costruttivo e un'interlocuzione abbastanza costante e schietta. Però oggi con l'avvio di questa procedura si è scelto di bypassare la verifica del contesto e delle condizioni di avvio del piano di ripartenza. Manca quasi del tutto la discussione sul piano industriale e mancano le garanzie sulla sostenibilità economica per realizzarlo. Garanzie che può determinare solo il Governo. Di sicuro dall'amministrazione straordinaria non ci aspettavamo miracoli, ma il livello di incertezza che ci è stato rappresentato al tavolo odierno è troppo alto e dà alla nostra organizzazione sindacale la sensazione che anche la partita sulla vendita al privato prospetti l'ennesimo "regalo di Stato" dove a pagare sono sempre i lavoratori ed i cittadini».
«Al fine di dare un segno tangibile di discontinuità con il passato è necessario che non siano i lavoratori a pagare la malagestione del passato e, invece, siano attivate tutte le misure necessarie a traguardare, in modalità congiunta, la ripartenza dei siti produttivi e la migliore tutela dei lavoratori. Alla luce di tutto ciò, e non solo, riteniamo opportuno che il confronto debba essere portato ai tavoli della Presidenza del Consiglio e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per definire gli strumenti necessari al rilancio produttivo ed occupazionale»: questa la posizione che la Ugl Metalmeccanici ha espresso attraverso Adelmo Barbarossa, della Segreteria Nazionale, e da Alessandro Dipino, della Segreteria Provinciale di Taranto.
«L'aggravarsi delle condizioni sociali ed industriali» e la «mancanza di una prospettiva di rilancio di lungo periodo» relativamente allo stabilimento siderurgico di Taranto preoccupano intanto Fim, Fiom e Uilm: per questo le sigle metalmeccaniche di Cgil, Cisl e Uil hanno inviato una richiesta di incontro urgente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al sottosegretario Alfredo Mantovano e ai ministri Urso, Giorgetti, Fitto e Calderone.
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Testata: Buonasera
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