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La storia

Pensionato tarantino dona un terreno dove viene ritrovato un buono postale

Il titolo, emesso nel 1960, oggi vale circa 100mila euro

Giovanni Salamina, 96 anni, originario di Palagiano, mostra il buono postale ritrovato

Giovanni Salamina, 96 anni, originario di Palagiano, mostra il buono postale ritrovato

Un pensionato tarantino dona un terreno dove viene rinvenuto un buono postale del 1960 che oggi potrebbe fruttare circa 100mila euro.

L'uomo, Giovanni Salamina, 96 anni, vedovo, originario di Palagiano e residente a Cameri in Provincia di Novara, si è rivolto all'Associazione Giustitalia per chiedere assistenza. «Recentemente ha donato un terreno di sua proprietà che si trova nel territorio di Palagiano - spiegano dall'associazione - All'interno della proprietà ha rinvenuto un buono postale fruttifero emesso nel 1960 per il valore nominale di lire 5000 intestato ad una delle due figlie. Il titolo è stato stimato da un nostro consulente che ha valutato un rimborso, con il favore degli interessi legali, della rivalutazione e della capitalizzazione, dalla data di emissione a quella del ritrovamento, di una cifra pari a 98.500 euro».  

Come detto, il sign. Salamina ha conferito mandato ai legali dell'Associazione Giustitalia (www.associazionegiustitalia.it), che si occupa, tra le altre cose, su scala nazionale ed internazionale del rimborso dei buoni postali e dei titoli di Stato, di agire «al fine del recupero della somma presso Poste italiane ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze obbligati in solido ad  “onorare” tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica Italiana».  

«Per quanto concerne la presunta prescrizione del diritto al rimborso eccepita da Poste italiane, l'art. 2935 del C.C. statuisce che "la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere". Quindi, nel caso di specie - osservano da Giustitalia - il giorno di decorrenza della prescrizione che è decennale comincia a decorrere dalla data del ritrovamento del Titolo stesso, e diversamente non potrebbe essere visto che l'interessata (nel caso di specie la figlia del sig. Giovanni, intestataria del BPF, che all'epoca era appena nata) prima di tale data ignorava l'esistenza del suo credito.   Solo per offrire qualche dato statistico: In Italia ci sono circa 10 milioni di Titoli di Credito "Antichi" (tra buoni postali, libretti bancari, Bot, ecc. non riscossi ed ancora riscuotibili) e, purtroppo, c'è molta disinformazione anche da parte degli Enti preposti al pagamento».  

Ecco un breve vademecum per il risparmiatore stilato dall'associazione Giustitalia: 

E' possibile ottenere il rimborso di titoli "antichi" quali libretti di risparmio, buoni e titoli di stato in genere?

Sì, è possibile, per il titolare o per i suoi eredi, richiedere il rimborso, maggiorato degli interessi oltre alla rivalutazione monetaria, a condizione che non sia decorso il termine prescrizionale di 10 anni. Tale termine decorre non necessariamente dalla data di emissione del titolo ma da quando il soggetto titolare è in grado di far valere il proprio diritto. In particolare, anche se il titolo è stato emesso oltre 10 anni fa, ma il soggetto interessato lo ha "ritrovato" solo recentemente (ovvero negli ultimi 10 anni) può agire per il rimborso dello stesso e la prescrizione inizierà a decorrere dal momento del ritrovamento. 

Quanto può valere attualmente un titolo "antico"?

E' questa una domanda alla quale non è possibile dare una risposta univoca senza l'ausilio di un consulente contabile esperto che proceda alla valutazione del singolo titolo in relazione all'anno di emissione, al tasso previsto per quel tipo di titolo, al succedersi delle leggi nel tempo, ai periodi di valutazione e svalutazione monetaria, all'introduzione della moneta unica europea ed ad altrettanti ulteriori coefficienti. In linea di principio, si può avere un'indicazione di massima del valore attuale del proprio titolo considerando il potere di acquisto che aveva la lira all'epoca di emissione del predetto titolo. In altri termini, sempre in linea generale, il titolare o l'erede avrebbe diritto ad ottenere oggi l'equivalente di quella somma di denaro,  tradotta in euro, che all'epoca di emissione del titolo gli avrebbe consentito l'acquisto di un determinato bene. Per esempio, se negli anni 40 con 1.000 lire si acquistava fondo agricolo, oggi con la somma rivalutata e ricapitalizzata si avrebbe diritto ad ottenere una somma di denaro in euro che consenta l'acquisto di un terreno dello stesso tipo. 

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