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Salute
29 Aprile 2024 - 06:33
Un pronto soccorso
Si è tenuta nei giorni scorsi l’edizione 2024 di Exposanità. Il claim scelto quest’anno è stato “Ci sta a cuore chi cura”, per evidenziare l’impegno per la sanità italiana che da oltre 40 anni caratterizza la manifestazione.
Ma non solo. In quella frase c’è anche tutto il senso dell’urgenza di tutelare chi nella sanità italiana lavora: i suoi professionisti. Lo stesso claim è stato declinato per la campagna “Ci sta a cuore il SSN” che Exposanità ha ideato per il 45esimo anniversario del SSN e alla quale tutti possono partecipare: i professionisti della sanità oltre che tutti i cittadini italiani. Tra le attività dedicate a questo importante traguardo della sanità pubblica italiana, è stato infatti proposto ai cittadini, al mondo delle istituzioni e delle politiche sanitarie, alle aziende, alle associazioni di volontariato in sanità, di raccontare tramite script, o video, perché hanno a cuore il SSN. Riforme dei servizi sanitari, potenziamento della rete di assistenza, processo di digitalizzazione e innovazione tecnologica, personale sanitario e socio sanitario, ospedale a impatto zero, disabilità e soluzioni per una vita indipendente, riforma dei servizi di pronto soccorso: questa è solo una parte dei temi che Exposanità ha affrontato con la partecipazione delle istituzioni, dei protagonisti della sanità italiana e delle più importanti realtà produttrici che con il loro apporto concorrono all’ammodernamento del SSN.
Anche quest’anno sono stati moltissimi gli appuntamenti in calendario. L’edizione 2024 di Exposanità non poteva che aprirsi con un tema cruciale: la grande crisi del capitale umano in sanità, per medici, infermieri e personale sociosanitario. Per l’87% dei medici e dirigenti sanitari la propria vita è insoddisfacente, il 96,5% avverte un eccessivo carico di lavoro e il 72% ha pensato di lasciare il lavoro nel Servizio sanitario nazionale per trasferirsi all’estero. Sono i dati di un sondaggio di Anaao-Assomed, realizzato su un campione rappresentativo di medici. Il 17 aprile si è svolto il convegno inaugurale “Investire sui professionisti per la tenuta del SSN”, con la partecipazione di Nino Cartabellotta, Fondazione Gimbe. Tante le iniziative speciali su cui ha puntato Exposanità anche per l’edizione 2024. Ampio spazio, innanzitutto, è stato dato alla riabilitazione con un ciclo di incontri per affrontare tematiche su cui lavorare per ricostruire un progetto di vita indipendente. Di estrema attualità è il Focus Pronto Soccorso: un’area dimostrativa mirata a mettere in luce soluzioni tecnologiche e organizzative per la gestione delle emergenze.
Il 18 aprile si è svolto il convegno “Le nuove sfide dell’Ospedale 4.0. Ripensare il Pronto Soccorso” organizzato da CNETO, Centro nazionale per l’edilizia e la tecnica ospedaliera: la progettazione di strutture sanitarie richiede un approccio sensibile volto a minimizzare la percezione di alienazione e offrire uno spazio terapeutico accogliente e confortevole per gli utenti. L’attenzione a temi come sicurezza, sostenibilità ambientale, comfort e benessere, richiede una riorganizzazione complessiva del processo progettuale. La conservazione del SSN e della sua vocazione universalistica necessitano dell’importante apporto che le nuove tecnologie mettono al servizio della sanità. A Exposanità 2024 sono stati affrontati quindi i temi della digitalizzazione e della ridefinizione del setting di cura, approfondendo come il digitale, attraverso l’intelligenza artificiale, l’utilizzo dei big data e la robotica possano contribuire ad una vera territorializzazione delle cure.
Se ne è discusso nel convegno, organizzato da Exposanità, “Intelligenza artificiale in sanità: le applicazioni per la medicina e per l’organizzazione dei servizi” E’ tornata anche quest’anno l’iniziativa Sanità Digitale, per offrire nuovi servizi tecnologici e promuovere le apparecchiature più all’avanguardia ed è stata confermata, l’area destinata alle discipline sportive, in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico – Comitato Regionale Emilia-Romagna. Durante le tre giornate di manifestazione i visitatori hanno potuto assistere ad un ciclo di tornei e gare animate da protagonisti del mondo dello sport, atleti e campioni paralimpici. Diversi i momenti che Exposanità, ha dedicatoai pronto soccorso. Diventati troppo spesso, ha constata Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, “il ‘collo di bottiglia’ dove confluiscono tutte le criticità dell’assistenza territoriale.
Da un lato l’eccesso di afflusso di pazienti con patologie non gravi (codici bianchi e verdi) che potrebbero essere tranquillamente gestiti nell’ambito delle cure primarie e per i quali la Regione Emilia-Romagna sta sperimentando con successo i Centri di Assistenza e Urgenza (CAU). Dall’altro le difficoltà di deflusso verso i reparti di degenza, aspetto di cui si parla molto meno, ma che determina conseguenza più gravi: infatti, la lunga permanenza in pronto soccorso dei pazienti peggiora il loro stato di salute e aumenta la mortalità”. Il problema, aggiunge, “consegue all’impossibilità di trasferire questi pazienti nei reparti più idonei a trattare la loro patologia. Reparti che, a loro volta, non riescono a liberare posti letto per l’impossibilità di dimettere pazienti potenzialmente ‘dimettibili’ dall’ospedale, ma che non trovano sul territorio un’adeguata rete di servizi (ospedali di comunità, assistenza domiciliare, strutture residenziali) in grado di assisterli per bisogni spesso più di tipo assistenziale che medico”.
Al workshop “Riorganizzare la rete dell’emergenza urgenza: proposte per l’evoluzione dei servizi” sono state delineate le possibili risoluzioni all’attuale crisi attraverso le proposte delle professioni coinvolte e presentando le esperienze regionali elaborate per superarle. Le difficoltà nell’erogazione deiservizi di emergenza e urgenza, dalla prima risposta sul territorio alla gestione ospedaliera, infatti, sono emblematiche di criticità comuni a tutti gli ambiti del Servizio Sanitario Nazionale. Criticità che si riconducono a una gestione dell’organizzazione dei servizi e del raccordo col sistema complessivo non ottimale, alla difficoltà a reperire, motivare e trattenere personale e a ricostruire un patto tra curati e curanti.
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Testata: Buonasera
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