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Il caso
19 Aprile 2024 - 07:05
Lo stabilimento Leonardo di Grottaglie
Non c’è solo lo stabilimento di Grottaglie ad essere entrato nella spirale della crisi della Leonardo. Comincia infatti a serpeggiare preoccupazione anche per le sorti dello stabilimento di Taranto, quello al quartiere Paolo VI.
Si tratta del complesso dell’ex Scuola Cisl, poi acquisito da Finmeccanica e diventato prima la sede di Space Software Italia per poi essere assorbito dalla Leonardo-Divisione Elettronica per la Difesa. Si tratta di uno dei quattro siti Leonardo in Puglia: a Foggia vengono costruiti i timoni degli aerei, a Brindisi gli elicotteri, a Grottaglie le fusoliere e nello stabilimento di Taranto, appunto, viene elaborato il software a servizio degli enti militari. Un sito strategico, dunque. Ma, come detto, da quando è esplosa in tutta la sua evidenza la crisi della Leonardo, si teme anche per il futuro del sito di Taranto-Paolo VI. Da tempo, infatti, circolano voci di chiusura del sito tarantino, che è di proprietà della Leonardo (quindi non ci sono costi di fitto) dove lavorano 150 dipendenti e nel quale orbitano circa venti lavoratori dell’indotto. Il timore è che quei 150 dipendenti finiscano per essere trasferiti a Grottaglie per entrare nel calderone della cassa integrazione e delle trasferte ipotizzate per il personale dello stabilimento grottagliese.
Una situazione che sta creando allarme tra i dipendenti e per questo oggi a mezzogiorno si terrà una riunione congiunta delle commissioni Attività Produttive e della Commissione Assetto del Territoroio del consiglio comunale, presiedute rispettivamente dai consiglieri Goffredo Lo Muzio e Giuseppe Fiusco. Alla riunione è stato invitato il presidente di Leonardo SpA, Stefano Pontecorvo. Proprio Fiusco, già dipendente Leonardo e rsu Cgil, non nasconde le sue preoccupazioni e suoi dubbi su questa operazione che sarebbe in cantiere. «Chiederemo al presidente Pontecorvo - spiega Fiusco al nostro giornale - chiarimenti sull’eventuale trasferimento a Grottaglie.
Questo sito, per le risorse umane che ha a disposizione, è una eccellenza del nostro territorio e la sua chiusura costituirebbe una depauperazione occupazionale e di risorse intellettuali per la città. Qui ci sono ingegneri che sviluppano software per le forze armate: saranno mandati in giro per l’Italia? E poi, che destinazione avrà questo sito in caso di chiusura? Sarà abbandonato a sé stesso producendo degrado? E quale percorso è stato eventualmente studiato per i lavoratori dell’indotto? Sono tutti interrogativi per i quali chiediamo chiarezza. Ma soprattutto, ci batteremo per evitare la chiusura di questo centro di eccellenza lavorativa per Taranto».
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