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Il caso
22 Marzo 2024 - 06:51
Corsia di ospedale
La mamma di Giorgio Di Ponzio, il ragazzino morto di tumore alcuni anni fa ha indirizzato una lettera aperta ai parlamentari tarantini sulla questione del danno sanitario prodotto dall’inquinamento. Ecco il testo della lettera:
Nel corso degli ultimi cinque anni, dopo la scomparsa di mio figlio Giorgio a causa di un sarcoma che lo IARC certifica come causa le diossine, mi sono dedicata allo studio della letteratura scientifica in ambito sanitario e nello specifico alla correlazione tra patologie tumorali, e non solo, e gli inquinanti ad esse correlati. L’attenta analisi del danno sanitario a cui siamo sottoposti ogni giorno da anni mi ha portato inevitabilmente a constatare come la normativa italiana mostri serie lacune in materia di limiti posti su determinati inquinanti, alcuni dei quali emessi dalla grande industria attiva sul nostro territorio come l’ex Ilva Acciaierie d’Italia. Leggendo i vari report dell’organo di controllo Arpa Puglia mi sono resa conto che inquinanti cancerogeni, o comunque dannosi per la salute delle persone, in alcuni casi non sono normati mentre in altri vengono determinati limiti poco restringenti tanto da mettere in allarme la stessa Asl di Taranto che sugli stessi report dell’agenzia regionale avverte che tali limiti non equivalgono a scagionare un rischio sanitario per chi vive nella provincia di Taranto, specie per chi abita in quartieri come Tamburi, Paolo VI e Borgo.
Con questa lettera, quindi, chiedo ai parlamentari tarantini di intraprendere un percorso comune da attuare con un tavolo tecnico, civico, istituzionale che riesca a produrre la bozza di un disegno di legge al fine di mettere loro nelle condizioni di portarlo alle camere per avviare l’iter legislativo: urge la necessità di normare e/o modificare testi li legge inerenti inquinanti come le Diossine, i PCB, gli IPA in cui è incluso il Benzo(a)pirene, il Benzene e altri composti e metalli nelle diverse matrici: aria, terra e acqua. Un percorso trasversale che, superando le bandiere di partito, dimostri che per la tutela della Salute, cittadinanza scientifica e istituzioni si incontrano, dialogano e lavorano per un bene comune: il diritto alla Vita Spesso, nei documenti redatti da Arpa ed Asl, siamo costretti a leggere di comparazioni con limiti normativi internazionali. Questa è la conferma che la Legge italiana, su determinati inquinanti, pur recependo le direttive europee, non tutela la nostra salute e quindi siamo costretti a studiare le norme di altri paesi europei o addirittura di altri continenti. Invito tutti i cittadini a condividere e sottoscrivere questa mia lettera dimostrando, così, di essere parte attiva, e non passiva, di un territorio che, dopo sacrifici incalcolabili, chiede Giustizia sociale ed Ambientale.
Carla Luccarelli
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