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Il fatto
05 Febbraio 2024 - 16:59
I mezzi delle aziende dell'indotto ex Ilva
In attesa di conoscere il destino di Acciaierie d’Italia, le aziende dell’indotto Aigi continuano la loro protesta che si traduce nel presidio dinanzi alle portinerie dello stabilimento siderurgico e nell’interruzione della fornitura di beni e servizi, pur continuando a garantire il minuto mantenimento degli impianti al fine di tutelare i lavoratori diretti e la città tutta.
E' quanto si legge in una nota diffusa dalla stessa associazione che mette insieme le aziende dell'indotto.
«Nelle prossime ore - scrivono - dovrebbero registrarsi novità sul futuro prossimo dello stabilimento. Due sembrano, allo stato, le strade percorribili: l’amministrazione straordinaria, la seconda nel giro di un decennio, o un accordo bonario tra le parti, Invitalia e Arcelor Mittal.
Nel caso fosse decretata l’amministrazione straordinaria della società, le interlocuzioni avviate con il Governo e con i tecnici del Mimit hanno prodotto un primo risultato: secondo il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella serata di venerdì scorso, i crediti accumulati dalle aziende dell’indotto strategico sarebbero tutelati da istituti finanziari con garanzia Sace, senza però garantire liquidità nell’immediato prolungando di fatto l’agonia delle aziende.
La strada, dunque, è ancora in salita e, in attesa di conoscere le sorti di AdI, continuiamo a lavorare con i nostri tecnici e i nostri legali al fine di proporre emendamenti al suddetto decreto che garantiscano maggiori tutele all’indotto e si amplii la platea delle aziende beneficiarie.
Aigi ringrazia sin da ora le organizzazioni sindacali con cui è stata condivisa la grande manifestazione di protesta del 26 gennaio scorso, i lavoratori e le forze economiche della città che stanno condividendo le ragioni della vertenza, nella speranza che prevalga responsabilità da parte degli attori in campo e le nostre aziende possano essere al più presto ristorate prima che si arrivi a decisioni drammatiche ma inevitabili.
La battaglia è ancora lunga e di sicuro Aigi non si arrenderà finché non sarà conseguito il risultato auspicato».
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