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Il fatto

Aigi in Senato: «L’ex Ilva rappresenta senza dubbio “La Madre di tutte le Vertenze”»

Il documento presentato dal Presidente dell’Associazione, Fabio Greco

Audizione in Senato del Presidente di Aigi Fabio Greco

Audizione in Senato del Presidente di Aigi Fabio Greco

Le imprese dell'indotto ex Ilva erano state convocate per questa mattina dalla Commissione Industria del Senato per una audizione. Questo il documento che il Presidente di Aigi, l'Associazione dell'Indotto di Acciaierie d'Italia e General Industries, Fabio Greco ha illustrato nel corso dell'audizione:

«Il sottoscritto Ing. Fabio Greco Presidente dell’Associazione A.I.G.I. insieme ai miei colleghi, vi ringrazia per la possibilità che concedete a noi che rappresentiamo il fulcro strategico dello stabilimento ex Ilva di Taranto di esaminare la complessa questione e avanzare le nostre proposte.

Si consideri che Aigi rappresenta oggi più di 100 imprese, 2 Consorzi di Autotrasporto e 1 Consorzio Portuale.

A.I.G.I. nasce il 19 Gennaio 2023 in occasione della convocazione presso il M.I.M.I.T, in qualità di Comitato Indotto Ex ILVA, per la discussione sul decreto legge che introduce misure urgenti per impianti strategici di interesse nazionale, posto oggi all’ordine del giorno.

La crescita del Comitato è stata subito dopo esponenziale, tanto da decretare la nascita di un’Associazione Nazionale che ad oggi è presente non solo nella città di Taranto, ma anche a Brindisi, Roma e Genova.

A.I.G.I. rappresenta la “CASA“ dove le P.M.I. e le Grandi Imprese di tutti gli Indotti si integrano in maniera complementare promuovendo nuovi cluster ed assolvendo ad una missione comune di rappresentatività rispetto alle Grandi Committenze.

L’Ex Ilva rappresenta senza dubbio “La Madre di tutte le Vertenze” inerenti all’economia del territorio ionico; dalla soluzione di tale vertenza dipendono la sopravvivenza di gran parte dei traffici portuali, dell’economia, del commercio cittadino e dell’intero territorio.

Il peso del PIL generato dallo stabilimento ex ILVA e dal suo Indotto strategico territoriale è assolutamente rilevante. L’acciaio è nel DNA del territorio ionico. Occorre, dunque, uno sforzo da parte di tutti per rendere la produzione dell’impianto più grande e strategico d’Europa ecosostenibile, investendo per la sua produzione, una produzione a ciclo integrale.Le nostre aziende contano più di 4000 mila dipendenti e collaboratori diretti,alle quali sono affidate più dell’80% delle attività ordinarie e straordinarie per il funzionamento dello stabilimento.  Ogni giorno, 24 ore su 24, su turni di lavoro, l’indotto sovraintende il complesso ciclo produttivo. L’Indotto strategico alla pari dello Stabilimento di Taranto ha retto le sorti e garantito la sua sopravvivenza sin da quando, nel 2015, fu decretata l’amministrazione straordinaria e di conseguenza la perdita di euro 150 milioni di crediti, ad opera di una società in gestione commissariale dello Stato italiano.

Su quei crediti, mai incassati, le nostre aziende hanno riversato l’IVA sulle fatture emesse allo Stato.

Oltre il danno, la beffa.

Da quella data fino a oggi, con assoluta PAZIENZA e RESILIENZA, abbiamo continuato a sostenere finanziariamente la sopravvivenza dello stesso; uno stabilimento ritenuto strategico per lo Stato Italiano, cosi come il suo Indotto.

La nostra città, sta vivendo le ore più drammatiche della sua storia recente. A distanza di poco meno di 10 anni dalla dichiarazione di amministrazione straordinaria dell’allora Ex - Ilva, la stessa sciagurata formula si starebbe per replicare.

Sintetizziamo di seguito quali potrebbero essere gli effetti derivanti da una eventuale dichiarazione di amministrazione straordinaria.

La messa in amministrazione straordinaria di ADI - che stiamo cercando con tutte le forze di scongiurare- si tradurrebbe infatti in una ennesima voragine di oltre140 milioni di euro nei bilanci delle aziende dell’indotto;Oltre 140 milioni di euro che mancherebbero all’economia Regionale compromettendo tutti i settori vitali del territorio.

Decretare l’amministrazione straordinaria di ADI, senza prima mettere in sicurezza i crediti dell’indotto territoriale strategico, significherebbe infatti decretare la morte di tante imprese del tessuto industriale, le quali, questa volta, non riuscirebbero a sopravvivere.

Non ne avrebbero più le forze. Ciò poiché, come tutti sanno, tale procedura, di natura concorsuale, non può garantire pagamenti in maniera prioritaria, se non secondo le regole del concorso. A nostro avviso, le ipotesi sul tavolo apparse sugli organi di stampa non sono assolutamente percorribili.

 

L’amministrazione straordinaria porterebbe a carico del bilancio dello Stato gli esorbitanti costi di cassa integrazione, nonché quelli, altrettanto rilevanti, conseguenti all’intervento del fondo di garanzia INPS per ripagare i crediti (retribuzioni e TFR) dei lavoratori delle aziende in default.

Infine quelli, e forse i più rilevanti di tutti, derivanti dalla perdita di gettito fiscale che conseguirebbe allo stato di crisi e di default delle aziende, le quali non sarebbero più in grado di pagare gli oneri finanziari e fiscali. 

 

Già la vecchia procedura, a distanza di quasi 10 anni, sebbene proprietaria degli impianti, non sarà mai in grado di ripagare i creditori. Ciò è possibile affermare con cognizione di causa in forza dell’esperienza maturata successivamente al 2015, allorché Ilva S.p.A. unitamente alle Imprese controllate, venne anch’essa sottoposta al procedimento di cui al d.l. n. 347/2003.

Neppure le poche Aziende creditrici che,a seguito di lungo ed oneroso contrasto giudiziario, si sono viste riconoscere il titolo di PREDEDUCIBILITA’ dei crediti, non incassando MAI un centesimo.

 

Rispetto alla precedente situazione del 2015, nella fattispecie ADI, non essendo titolare di alcun cespite, potrà accedere in amministrazione straordinaria esclusivamente proponendo la ristrutturazione economica finanziaria; è oggettivamente difficile ipotizzare che si realizzi un attivo che consenta il soddisfacimento dei crediti ammessi al concorso. Peraltro, trattasi di un’ Amministrazione straordinaria che partirebbe già zavorrata dell’onere di restituzione del prestito ponte che le S.V. hanno anticipato che lo Stato concederà in ragione di 320.000.000,00.

Anche l’ipotesi dell’accesso agevolato delle imprese dell’indotto al Fondo di garanzia PMI non può rappresentare una soluzione, perché le aziende dell’indotto, a seguito di una procedura di amministrazione straordinaria, sarebbero quasi tutte prive dei requisiti minimi di bancabilità, per via di quanto avvenuto nel 2015.

Dunque, questa ipotesi è da escludere pagando direttamente prima della dichiarazione di Amministrazione straordinaria i crediti dell’indotto territoriale, che ad oggi ha dimostrato di essere strategico.

Orbene, alla luce di quanto sopra illustrato, siamo qui a chiederVi, in nome e per conto non soltanto di A.I.G.I. che mi onoro di rappresentare, ma di tutte le forze economiche del territorio ionico, di prendere in considerazione che qualsiasi ipotesi di soddisfacimento dei crediti vantati dalle aziende creditrici debba avvenire al di fuori del concorso

Laddove, invece, l’amministrazione straordinaria non possa in alcun modo essere evitata, vi riportiamo qui di seguito le nostre osservazioni anche di integrazione e modifica del decreto legge :

  1. Perimetrazione dei soggetti a cui attribuire la qualità di P.M.I. e Grandi Imprese appaltatrici ricomprese nell’indotto territoriale strategico (elenco allegato);
  2. Tutelare le imprese dell’indotto attraverso la cessione pro soluto dei crediti da loro vantati (in allegato) a Medio Credito o a SACE;
  3. Riservare, una parte del prestito ponte previsto all’articolo 2 del DL suddetto, al pagamento dei crediti vantati dalle imprese dell’indotto al fine di poter supportare le esigenze di continuità aziendale necessarie a preservare la produttività così come previsto dal comma 1-sexies del medesimo articolo.
  4. Costituzione di un fondo destinato all’indotto strategico costituito dalle P.M.I. e Grandi Imprese del territorio ionico (elenco allegato) destinato al pagamento dei crediti sopracitati.
  5. Inoltre, si chiede di tener conto del pagamento diretto della CIGO da parte dell’INPS a tutte le aziende dell’indotto strategico territoriale che ne facciano richiesta in deroga al parametro dell’indice di liquidità in quanto il valore risulterebbe nel caso specifico alterato e non veritiero della situazione finanziare delle aziende; in alternativa determinare l’indice di liquidità senza tener conto nel calcolo delle attività correnti dei crediti verso ADI iscritti in bilancio in quanto difficilmente trasformabili in valuta corrente in breve termine.

Si chiede, altresì, di considerare la vicenda ex - ILVA a 360 gradi

Serve una programmazione, una traccia di lavoro, una svolta che potrebbe realmente far cambiare pagina al territorio.

Abbiamo bisogno di sottoscrivere dalle istituzioni, associazioni, sindacati e dalle forze economiche territoriali, un accordo programmatico che consenta di individuare i diversi scenari che potrebbero comporre il quadro complessivo dell’accordo:

 

  • Quello industriale, con le implicazioni relative alle manutenzioni, alla condizione dei dipendenti e all’imprescindibile accordo con le parti sindacali, ai rapporti con altri soggetti operativi;

 

  • Quello ambientale, tagliato tra le altre cose su bonifiche e AIA, avendo su quest’ultima un’attenzione che è contingente, data la più recente, e scarsamente convincente, richiesta di rinnovo;

 

  • Quello urbano, che prevede tutele per l’indotto strategico territoriale, sostegno alla comunità, arretramento da porto e città e gli investimenti nella ricerca (Tecnopolo, università, ecc.);

 

  • Quello finanziario, che riassume le opportunità economiche disponibili (Pnrr, Cis, Zes, Jtf), oltre gli ammortizzatori sociali da impiegare;

 

  • Quello operativo, che qualifica i dettagli dell’accordo come durata, cabina di regia, revisioni e gruppi di lavoro.

 

Ma per fare tutto questo abbiamo bisogno delle nostre AZIENDE, quelle che oggi con questa paventata amministrazione straordinaria moriranno definitivamente.

Al fine di meglio illustrare le motivazioni che sorreggono quanto innanzi dedotto e richiesto, si auspica l’immediata apertura di un tavolo tecnico afferente alla crisi industriale complessa per la città di Taranto, da tenersi presso la sede di Vostro gradimento e/o anche c/o la Prefettura di Taranto.

Onde, di attribuire, come peraltro espressamente previsto dalla legge (cfr. art. 45 d.lgs. n. 270/1999), il potere concorrente di sorveglianza sulla procedura- Si auspica che del “comitato di sorveglianza” faccia parte un membro che rappresenti l’indotto strategico territoriale.

Si chiede infine l’adozione di un provvedimento ad hoc che consenta alle P.M.I. e Grandi Imprese creditrici nei confronti di Ilva spa in A.S. e delle sue controllate, di poter procedere immediatamente a recuperare l’IVA anticipata sui ridetti crediti non corrisposti, in deroga a quanto previsto dall’art. 18 del D.l. n. 73/2021».

 

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