Cerca

Cerca

Le indagini

Blitz sui servizi cimiteriali, sequestrati quasi trentamila euro in casa di uno degli indagati

Intanto Liviano chiede le dimissioni di Melucci

L'operazione di Polizia

L'operazione di Polizia

Nel corso del blitz sui servizi cimiteriali condotto dalla Squadra Mobile sono stati sequestrati quasi 30mila euro in contanti rinvenuti in casa di uno degli indagati.

Dalle indagini è emerso che le mazzette imposte dai necrofori ai parenti dei defunti venivano indicate “il caffè”. Per l’accusa il gruppo di necrofori che sarebbe stato guidato da Giuseppe Cristello durante i servizi cimiteriali avrebbe creato un clima di intimidazione costante, fondato sulla percezione (diffusa tra parenti dei defunti, artigiani ed imprenditori) della capacità del gruppo di far scattare atti ritorsivi come incendi, furti, danneggimeti e anche aggressioni fisiche, allo scopo di compiere estorsioni continuate, peculati, truffe, appropriazioni indebite. Si sarebbe avvalso anche della ulteriore forza di intimidazione riveniente dalla notoria appartenenza di alcuni dei sodali, tra cui Cataldo Sambito, ad ambienti della crimina1ità locale.

E’ emerso che in una occasione un commerciante a fronte della prestazione, che avrebbe dovuto essere gratuita, di servizi cimiteriali per un familiare deceduto per i quali non aveva aderito all’intimazione di versare la quota del “caffè” in denaro, sarebbe stato costretto a fornire gratuitamente prodotti del suo esercizio commerciale per un valore intorno ai 400-500 euro. In un’altra circostanza due coniugi sarebbero stati minacciati di ricevere “mazzate” per costringerli a informare i familiari dei deceduti che avrebbero dovuto versare 1a somma di 100 euro a favore del gruppo dei necrofori per ogni estumulazione effettuata. Gli investigatori hanno, inoltre, scoperto che si sarebbero impossessati di alcune cassette metalliche in occasione di alcune estumulazioni da compiere nel cimitero.

Per l’accusa i necrofori indagati, in più occasioni (almeno 20 volte nei confronti di una società mutualistica), abusando dei propri poteri avrebbero costretto i soci, i relativi familiari e gli stessi legali rappresentanti a versare somme di denaro, pari a 50/100 euro, in occasione delle operazioni di estumulazione. Per l’accusa, infine, il gruppo era attivo da diversi anni all’interno del cimitero San Brunone e il suo modus operandi per le attività estorsive consumate ai danni degli utenti, degli artigiani e di tutti coloro che hanno a che fare con il camposanto, si è sempre più perfezionato. In una intercettazione si fa riferimento anche ai casi in cui, durante le esumazioni e le estumulazioni, le salme venivano dichiarate dai necrofori intatte o mineralizzate a secondo della dazione o meno, a loro favore da parte dei parenti del defunto, di somme di denaro.

Viene sottolineato come, nel tempo, i necrofori si siano evoluti nelle loro condotte. Infatti non si sarebbero esposti, come un tempo, direttamente con i parenti dei defunti per chiedere soldi non dovuti. Al contrario avrebbero mandato a far ciò, sotto minaccia, gli addetti alle pulizie o altri operatori presenti all’interno dei cimiteri. Intanto il coinvolgimento dei dirigenti comunali nella vicenda dell’appalto per i servizi cimiteriali, suscita reazioni dal mondo politico. Il consigliere comunale Gianni Liviano arriva a chiedere le dimissioni del sindaco Melucci.

«Che la gestione degli appalti al cimitero fosse oggetto di interessi non sempre legali - afferma Liviano - poteva essere in verità facilmente intuibile. Che a tutelare questi interessi potessero provvedere anche importanti dirigenti del comune di Taranto appare invece una questione inquietante soprattutto se è confermata la correlazione tra questi dirigenti, alcune cooperative sociali vincitrici degli appalti e alcuni personaggi di spicco nella malavita organizzata locale. Lasciando ai giudici la valutazione delle eventuali illegalità commesse, il problema che ci riguarda è di carattere politico». «Quando la politica è assente (come a Taranto succede) - continua Liviano - a governare è il mercato, lo scambio, la trattativa privata tra gruppi d interesse. Le deboli prospettive di sopravvivenza di questa amministrazione comunale sono, allo stato, interamente legate alle relazioni di domanda e offerta tra il sindaco e i singoli consiglieri comunali e nelle more dell’arrivo di oltre un miliardo e settecento milioni di euro sul nostro territorio, il rischio che la malavita organizzata si insinui nella gestione degli appalti è oggettivamente molto elevata. Per il bene della città e per tutelare se stesso, è opportuno che Melucci rassegni subito le sue dimissioni da sindaco di Taranto».

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori