"Il Governo deve dirci qual è la proposta, basta perdere tempo". Così Rocco Palombella, segretario nazionale della Uilm, nel corso della conferenza stampa organizzata da Fiom, Fim e Uilm davanti a Palazzo Chigi. Al centro dell'incontro con la stampa, il futuro dell'ex Ilva.
"Il 20 dicembre verremo qui, il Governo ci deve dire qual è la proposta che hanno messo in piedi per salvaguardare 20mila posti di lavoro, l'ambiente e la produzione di acciaio. Non possono continuare a prendere tempo. I lavoratori non sono cerini ma persone con una grande dignità: chi fa politica deve assumersi i problemi e deve fare le proposte".
"Serve una assunzione di responsabilità - ha proseguito Palombella - il giudizio dei lavoratori è negativo verso una crisi gestita con i piedi". La Uilm ha ricordato che da 4 anni dura l'affidamento a Mittal e valuta come "il bilancio è sotto gli occhi di tutti. É stata fallimentare fin dal primo momento, non c'è stato un anno senza l'utilizzo della cassa integrazione o con un livello produttivo minimo. Non hanno speso un euro e ora chiedono il conto".
''Se la risposta definitiva non arriva? Rimaniamo qui, davanti Palazzo Chigi'' ha annunciato, nel corso della conferenza stampa, Michele De Palma, leader della Fiom. Il segretario, infatti, ha prospettato la protesta estrema che assumeranno i sindacati nel caso in cui il 20 dicembre il Governo non illustrasse ai sindacati la decisione definitiva sull'ex Gruppo Ilva optando per un nuovo rinvio. ''Cosi magari il dossier sarà affrontato, la situazione non è più procrastinabile. Mittal non ci vuole mettere le risorse. Sarebbe un atto di irresponsabilità da parte del Governo non presentarsi al tavolo con uno schieramento adeguato e senza proposte, il tempo del confronto tecnico è finito. Ora la decisione è solo politica e il Governo ha la responsabilità politica di prenderla - ha aggiunto Michele De Palma - Ci eravamo autoconvocati, poi nel weekend è arrivata la convocazione da parte della Presidenza del Consiglio per il 20 dicembre. Noi pensiamo che in quella data dobbiamo avere le risposte definitive sulla situazione che riguarda Ilva, a partire dalla gestione che, per noi dopo la scelta evidente di Mittal di non investire sugli impianti italiani, credo abbia come unica soluzione possibile, la gestione da parte del pubblico. Nel frattempo vogliamo che ci siano gli interventi di garanzia degli impianti".
Secondo Roberto Benaglia, segretario nazionale della Fim: ''Siamo di fronte ad una sola grande necessità: salvare Acciaierie D'Italia. Ormai è fermo anche il penultimo altoforno, Afo2, e gli impianti sono al minimo storico. Di fatto non si lavora più, così nelle prossime settimane si fermeranno definitivamente le attività. E le cose che il governo dovrebbe fare sono chiare: lo Stato prenda il controllo della società, poi metta manager che sappiano investire sul futuro di questa azienda, metta risorse per rilanciare gli impianti e per far ripartire gli altri forni e l'attività produttiva e infine trovi nuovo soggetti privati con cui in futuro costruire la nuova gestione dell'ex gruppo Ilva''.
''Sono decisioni delicate ma vanno prese tutte assieme e soprattutto questo il momento della responsabilità: l'ex Ilva è un grande banco di prova della capacità industriali di questo Paese e della capacità del governo di fare politica industriale - ammonisce Benaglia, giudicando comunque positiva la convocazione arrivata ai sindacati per il 20 a Palazzo Chigi - l'azienda non ha più risorse e il Governo ha la responsabilità di salvare Acciaierie D'Italia perché significa non solo salvare 20.000 posti di lavoro tra diretti e indiretti ma non fornire più acciaio alla filiera metalmeccanica assolutamente importante per noi".
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