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Il lutto
30 Novembre 2023 - 06:43
Angelo Caputo
Una chiesa del Carmine gremita all’inverosimile, con tanta gente rimasta fuori, ha offerto l’ultimo saluto ad Angelo Caputo, scomparso martedì 28 novembre, dopo sette lunghi mesi di malattia. Don Marco Gerardo ha ricordato l’amore di Angelo per le processioni della Settimana Santa delle quali è stato fedele e competente cronista: «Ogni anno ci raccontava la passione di Gesù, il suo dolore, ma ogni volta, a conclusione della processione, con le sue parole ci conduceva al giorno dopo, al momento della Resurrezione. Ecco, questo è quello che si sta compiendo ora su di lui».
Don Marco non ha mancato di sferzare quel giornalismo a caccia di scoop e di like, «quella ricerca del gossip che distrugge le persone». Bene, Angelo Caputo era all’opposto di tutto ciò e don Marco, con parole toccanti, ne ha sottolineato la «professionalità seria», insieme ad altre sue qualità cristalline: «l’umiltà» e la «gentilezza del galantuomo».
«Angelo - ha concluso il sacerdote - con la sua vita ha dimostrato che si può affermare se stessi con la luce dei propri valori, senza dover sbranare il prossimo» Il figlio di Angelo ha poi preso la parola non solo per ringraziare quanti hanno stimato e voluto bene a suo padre, ma anche per esaltare l’amore della famiglia che gli è stata accanto fino alla fine. Un lunghissimo, commovente applauso ha così salutato uno dei giornalisti più stimati e benvoluti della città. In questi giorni sono state centinaia le parole di cordoglio espresse sui da amici e colleghi o anche da semplici cittadini che avevano imparato a stimare il garbo col quale Angelo si rivolgeva al pubblico e col quale curava l’informazione.
Walter Baldacconi, oggi direttore editoriale di Telerama, che con Angelo Caputo ha condiviso anni e anni a Studio 100, a lui ha dedicato un commosso editoriale: «Indimenticabile il tratto gentile e quasi premuroso di Angelo nell’entare nelle case dei tarantini. Con le telecamere ci sapeva fare e riusciva a conquistare consensi e simpatie. La lunga esperienza passata a Videolevante, quella a Studio100 come vicedirettore, e poi la scrittura semplice e comprensibile e nello stesso tempo sostenuta dall’approfondimento mai saccente. Amava Taranto e il suo popolo e ne sapeva raccontare gli angoli più intimi. Nelle tante dirette sulla nostra inimitabile Settimana Santa sapeva inserire aneddoti e curiosità che ti facevano sentire, soprattutto a chi era lontano, il sapore di casa e della famiglia, dei valori. Non andava dietro all’arida cronaca, alle veline degli uffici stampa, alle soffiate, al pettegolezzo che fa rumore».
«Il suo - ha detto ancora Baldacconi - era un giornalismo attento alla persona, un giornalismo positivo che profumava di quei valori che oggi annaspiamo a ritrovare. Insomma, a suo modo ma senza strombazzarlo o facendo inutili polemiche era fuori dal coro, dal pensiero unico del momento, dalle partigianerie che diventano consorterie trasversali finalizzate a costruire opinioni distorte della verità. Ci mancheranno i suoi sorrisi e i suoi imbarazzi al cospetto di qualche gratuita arroganza, ma ci mancherà soprattutto il collega preparato e gentile che regalava stile a tutti e quella moderazione, unico vero modo per affrontare e tentare di risolvere le situazioni complesse che la vita ci presenta, sia nel lavoro che nel privato».
Tra i primi ad esprimere il cordoglio per la morte di Angelo Caputo, è stato il sindaco di Taranto e presidente della Provincia, Rinaldo Melucci: «Con la morte di Angelo Caputo va via un esempio di garbo giornalistico, di professionalità, che aveva ispirato tanti suoi colleghi. Questa scomparsa è una perdita per l’intera città, oltre che per il mondo dell’informazione, perché la famiglia Caputo ha sempre dato tanto alla cultura tarantina, nel senso più autentico del termine: a suo padre intitolammo un vialetto di Villa Peripato, uomo che seppe trasmettere al figlio la passione per la tradizione. Siamo vicini alla famiglia e siamo certi che il valore dell’uomo e del giornalista sarà ancora a lungo un bene condiviso da tutta la comunità». Tra messaggi, quello del commissario della Camera di Commercio, Gianfranco Chiarelli: «La scomparsa di Angelo Caputo ha lasciato un vuoto incolmabile nell’intera comunità tarantina. Giornalista dalla grande competenza e dall’ineguagliabile garbo, ha dedicato il suo impegno in favore dell’obiettività e della verità. Volto noto della tv, prima con VideoLevante e poi con Studio 100, ha saputo far emozionare migliaia di telespettatori parlando del nostro territorio, della sua evoluzione ed in special modo delle sue tradizioni. In questi anni ho sempre apprezzato il suo modo di porsi davanti ai fatti, uno spirito di indagine profondamente sociologico capace di raccontare e mai di spiegare. Le mie più sentite condoglianze alla famiglia e ai suoi cari».
Parole sentite anche quelle di Cosimo Borraccino, consigliere del presidente della Regione: «La notizia della morte di Angelo Caputo, addolora un’intera comunità che aveva imparato ad apprezzarlo per il suo stile di giornalista sobrio e competente e ad amarlo per il suo carattere mite e per la dolcezza del suo sorriso. Mancherai ai tanti che ti hanno conosciuto e voluto bene. Buon viaggio amico mio, mancherai anche a me…».
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