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Il Siderurgico

«No alla trattativa con Mittal, pronti ad una durissima mobilitazione»

Usb: «Una tragedia all'italiana»

L'ex Ilva

L'ex Ilva

«Siamo pronti a mobilitarci con estrema durezza e abbiamo già individuato una prima serie di iniziative pubbliche: la prima, il 10 novembre, parlerà alla città di Genova. Il blocco della Roma-Napoli dovrebbe far capire a tutti il livello di tensione che si registra fra le maestranze». Sono Franco Rizzo e Sasha Colautti, dell'esecutivo nazionale dell'Usb, ad annunciare che il sindacato è pronto a mettersi di traverso ad una nuova intesa tra Stato ed Arcelor Mittal, in merito al futuro di Acciaierie d'Italia e dei suoi stabilimenti, su tutti quello di Taranto ed a cascata Genova e Novi Ligure.

«Questa è una trattativa che sta mettendo il futuro del nostro paese nelle mani di una multinazionale che non ha mai rispettato alcun accordo e che ha esclusivamente agito nel proprio interesse» dicono Rizzo e Colautti, che mettono in guardia il governo di Giorgia Meloni dal rischio di «un grave errore» e ritengono «inaccettabile che il socio privato (Mittal appunto, oggi in società con Invitalia, ndr) non si assuma alcuna responsabilità, anzi, ci sembra che la trattativa si stia svolgendo a senso unico con il socio privato che pone pregiudiziali e paletti, come lo stralcio dell’amministrazione straordinaria e una serie di vincoli nella gestione di Dri Spa, controllata al 100% da Invitalia». Il riferimento è alle «notizie che arrivano mezzo stampa - mai smentite» le quali «indicano che siamo davanti ad una tragedia all’italiana: ci troviamo davanti a ripetute menzogne del Governo, al commissariamento di un Ministro che deve rimangiarsi quanto discusso con noi per mesi sull’ingresso dello stato in quota di maggioranza e lo sviluppo di un piano industriale dentro un accordo di programma. Non rimane più nulla di tutto questo ma rimane solo la consegna al privato del futuro industriale di questo Paese». 

Per l'Unione Sindacale di Base «è impensabile ragionare di transizione ecologica ed energetica senza che queste siano gestite direttamente dal pubblico», da qui la richiesta al governo di «convocare subito un tavolo in cui vogliamo sia presente il presidente Meloni. Non possiamo più accontentarci di bugie o interlocutori esautorati su questo argomento. Servono risposte immediate e che vadano nella direzione da noi auspicata».

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