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I particolari dell'operazione

Blitz Mediterraneo, le indagni avviate dopo una sparatoria

Durante le perquisizioni sequestrate pistole e droga

Agente della Squadra Mobile

Agente della Squadra Mobile

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile tra febbraio del 2019 e giugno del 2020 hanno preso spunto dalla sparatoria avvenuta nel dicembre del 2018 all’interno di un esercizio commerciale di Talsano.Per quell'episodio erano stati arrestati cinque tarantini per lesioni personali aggravate, detenzione e porto illegale di arma da fuoco e danneggiamento. Proprio gli approfondimenti su uno degli indagati, che al momento dell’esecuzione della misura cautelare era  in carcere per altra causa, hanno consentito di far emergere un radicato fenomeno di spaccio di sostanze stupefacenti che interessava, principalmente, i cortili di un complesso edilizio di via Mediterraneo.

E' emerso che uno degli arrestati gestiva una  attività di spaccio all’interno del suo appartamento  e che, durante la carcerazione, l'attività illecita veniva svolta dalla moglie,coadiuvata dal figlio. Le indagini hanno fatto registrare le iniziali difficoltà nel rilevare il ruolo di rilievo del marito da parte della donna, via via risolte facendo valere lo spessore criminale del coniuge con acquirenti e fornitori.

I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di identificare i principali fornitori della “famiglia di spacciatori”  e di accertare che uno di questi, oltre a rifornire gli indagati e saltuariamente altri spacciatori locali,con la complicità di altri "collaboratori", gestiva una  piazza di spaccio  nei cortili del  complesso edilizio di via Mediterraneo  in cui, ciascuno dei complici (anche coadiuvato dai propri familiari) aveva un preciso ruolo (spacciatore, vedetta, custode dello stupefacente, corriere).

L’attività di spaccio gestita dal gruppo, oltre a svilupparsi nei  cortili dove, quotidianamente, decine di acquirenti si approvvigionavano di dosi di cocaina, marijuana ed hashish, rivolgendosi a qualunque ora del giorno e della notte ai  pusher, è proseguita anche nel periodo dell’emergenza pandemica quando, oltre allo spaccio sul posto, gli indagati, per venire incontro alle difficoltà di spostamento degli assuntori, effettuavano consegne a domicilio a prezzi, naturalmente, maggiorati.

L’attività investigativa ha fatto inoltre registrare lo spessore criminale del gruppo che, in caso di ritardo nei pagamenti da parte degli acquirenti, ricorrevano a forme violente per recuperare i soldi.Le indagini hanno consentito di documentare saltuari rapporti “commerciali” e frequenti scontri legati a “invasioni di territorio” o “storno di clienti”  tra i componenti del gruppo e altri spacciatori attivi nello stesso quartiere e in altre zone del capoluogo jonico (Lama, Città Vecchia e quartiere Paolo VI).I rapporti con gli spacciatori che operavano nel quartiere Paolo VI si sono registrati, in particolare, nel periodo pandemico, quando le restrizioni agli spostamenti hanno precluso la possibilità a questi di rivolgersi ai loro usuali canali di approvvigionamento foggiani e brindisini, costringendoli a ripiegare su fornitori locali.

Tratti comuni a gran parte degli indagati sono, inoltre, il reimpiego degli illeciti profitti dello spaccio in un’abusiva attività creditizia che, almeno in un caso, ha assunto le caratteristiche della vera e propria usura, nonché la disponibilità di armi, come documentato in corso di attività e riscontrato anche in successivi sequestri a carico di uno degli indagati. Al termine delle operazioni sono stati sequestrati una pistola semiautomatica Walther P22, calibro 22, rubata a Taranto nel 2021,  con due caricatori e 10 cartucce dello stesso calibro, una pistola revolver Kora Brno calibro 38, con 6 cartucce, 5 tocchetti di hashish dal peso di circa 5 grammi, una dose di marijuana, materiale utilizzaro per il confezionamento delle dosi, la somma di denaro di 1.820 euro, un tocco di hashish dal peso di circa 8 grammi, 35 dosi di cocaina dal peso di 10 grammi e una ulteriore somma di denaro di 4mila euro.

Hanno collaborato con la Squadra Mobile anche gli agenti della Squadra Mobile di Foggia e Roma, gli equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine di Bari e Lecce, il XV Reparto Mobile di Taranto, il team cinofili della Polfrontiera di Brindisi e della Guardia di Finanza di Taranto.

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