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L'inchiesta

Arsenale: patto segreto per spartirsi gli appalti , condannate 14 aziende

Le sanzioni dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

L'Arsenale

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Quattordici aziende dell'appalto Arsenale sono state condannate dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a pagare sanzioni amministrative pecuniarie che vanno da poco più di quattromila euro a un massimo di quasi sessantamila euro.

Secondo l'Autorità, le aziende condannate avrebbero stratto una «intesa orizzontale segreta di ripartizione del mercato». In altre parole, avrebbero costituito un cartello per spartirsi una serie di appalti dell'Arsenale di Taranto.

Il procedimento, come è spiegato nelle duecentocinquanta pagine del bollettino del 16 agosto scorso, è stato avviato il 13 luglio 2021 su segnalazione del 12 novembre 2020 della Marina Militare, Direzione Arsenale di Taranto. L'inchiesta è stata poi integrata con la documentazione raccolta dal Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza. La segnalazione ha preso le mosse anche dall'attività investigativa del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto. Attività dalalquale è poi scaturito un procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Taranto.

Secondo l'ipotesi iniziale dell'Autorità Garante della Concorrenza, a partire almeno dal 2018 ci sarebbe stata una intesa segreta per «la ripartizione del mercato». Un vero e proprio patto tra le aziende per «alterare il normale andamento del mercato e condizionare in senso anticompetitivo l'esito delle procedure selettive pubbliche». L'Autorità ha poi concluso che le aziende sotto accusa abbiano posto in essere una «intesa unica e continuata», una intesa «segreta» finalizzata «alla spartizione degli affidamenti pubblici attraverso la manipolazione degli esiti di gara».

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