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Sanità
06 Luglio 2023 - 17:10
L'Ospedale Ss. Annunziata di Taranto
«Vorremmo far presente al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che non sono le procedure concorsuali a far scappare i medici dagli ospedali pugliesi. È la precarietà che li allontana; sono le condizioni di lavoro costantemente ai limiti che li spingono nel privato; sono gli stipendi non competitivi rispetto al resto d’Europa che li portano a cercare lavoro all’estero o nelle cooperative, dove bastano tre turni di lavoro per guadagnare più di quanto guadagna un dipendente; è l’attuale contratto collettivo di lavoro nazionale che rende i professionisti prigionieri degli ospedali, ed il prossimo rischia di essere addirittura peggiore di quello vigente, considerate le bozze presentate nella trattativa in corso per il rinnovo del Ccnl».
A parlare è Guido Quici, presidente nazionale della Federazione CIMO-FESMED, dopo che proprio il governatore pugliese ha annunciato di voler assumere medici senza concorso, valutando esclusivamente il curriculum degli aspiranti dipendenti del Servizio sanitario pugliese, per far fronte ad una carenza di personale sanitario che nella Regione risulta particolarmente grave.
Una proposta accolta «con sconcerto e incredulità» dal sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED: «È la Costituzione a sancire il principio per cui nella pubblica amministrazione si accede mediante concorso» dice ancora Quici. «Una norma sacrosanta» aggiunge «per garantire il rispetto della trasparenza e della meritocrazia nelle procedure di selezione, che in questo modo verrebbero altamente compromesse. E ne è consapevole Emiliano stesso, che non a caso ha parlato di “misura estrema al limite della formalità giuridica”».
L'auspicio del sindacato è che quella di Emiliano sia stata «solo una provocazione, e che si inizi invece a lavorare per risolvere le vere cause della fuga dei medici dalla sanità pubblica. A partire dal rinnovo di un contratto di lavoro realmente migliorativo che la Puglia e le Regioni dovrebbero sostenere in seno al Comitato di settore della Conferenza delle Regioni», conclude Quici.
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