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Il giuramento interforze «La nuova guerra? Cyber e sull’informazione»

Il giuramento interforze alla Rotonda del Lungomare

Il giuramento interforze alla Rotonda del Lungomare - foto di Francesco Manfuso

«È un momento unico, che vi accompagnerà durante il lungo vostro percorso di vita, e che vi assicuro porterete sempre con voi. A tutti voi il mio marinaresco affettuoso augurio di vento in poppa sempre». Sono le parole con cui il capo di Stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio Enrico Credendino, si è rivolto agli Allievi Marescialli della Marina ed agli Allievi Carabinieri che hanno giurato fedeltà alla Repubblica nella cerimonia che si è svolta sulla Rotonda del Lungomare di Taranto. Agli Allievi dell’Arma e della Marina si è rivolto anche il comandante generale dei Carabinieri, generale Teo Luzi: «La vostra presenza su questa piazza è il risultato di una scelta di vita: siate orgogliosi della vostra scelta».

Per la prima volta, giovedì 30 marzo allievi dell’Arma dei Carabinieri e della Marina Militare hanno giurato insieme: protagonisti 147 allievi del 25esimo corso normali marescialli della scuola sottufficiali della Marina Militare e 245 allievi del 141esimo corso della scuola allievi Carabinieri di Taranto. Oltre all’ammiraglio Credendino ed al generale Luzi, al giuramento solenne interforze hanno presenziato il sottosegretario di Stato alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago, ed il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Alla fonda in Mar Grande, a fare da “testimoni” all’evento, le navi Andrea Doria, Luigi Rizzo, Vulcano ed il sommergibile Gazzana, mentre nello schieramento era presente una compagnia interforze composta da una rappresentanza delle quattro forze armate: Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri.

«Taranto non è solo la principale base della Marina Militare. Con il suo Arsenale e le realtà limitrofe, come le scuole e la base aeromobile di Grottaglie, conta circa 11.000 tra militari e civili. Un impegno con importanti ricadute sul territorio che, oltre ad assicurare al meglio difesa e sicurezza del Paese, delineano anche uno sviluppo economico prospero e resiliente, anche grazie allo storico rapporto di vicinanza tra Taranto e le nostre forze armate» è quanto dichiarato dal sottosegretario Perego di Cremnago. «La formazione è essenziale ed è importante investire in uno strumento militare sempre più efficace e moderno», ha aggiunto. «Voi - ha detto quindi rivolgendosi ai reparti schierati - siete protagonisti della giornata e del futuro».

«Ogni tarantino ha un ricordo legato alla Marina Militare, molti a quel momento solenne nel quale giovani pieni di sogni e desiderosi di offrire il loro contributo alla patria, urlano convinti “lo giuro!”. I reparti schierati, le divise impeccabili, sono immagini che raccontano la storia stessa di Taranto. Una storia che si arricchisce, oggi, di divise e reparti nuovi, perché accanto ai marescialli della Marina abbiamo visto giurare anche i militari della scuola allievi Carabinieri che la nostra città ospita dal 2020»: così il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. «Siamo orgogliosi di questi ragazzi e ragazze e, soprattutto, ci immedesimiamo anche nelle loro emozioni, irripetibili e intense. Ai marescialli della Marina Militare e agli allievi Carabinieri, quindi, auguriamo ogni bene e di portare sempre con loro il nostro sole, i volti delle persone incrociate nelle nostre strade, i panorami e la bellezza che hanno respirato qui», ancora parole di Melucci.

Il giuramento solenne interforze di Taranto cade ad ogni buon conto in un periodo di fortissime frizioni internazionali, a partire ovviamente dalla “guerra guerreggiata” russo- ucraina fino alle tensioni tra Repubblica Popolare Cinese e Stati Uniti su Taiwan. «Sentiamo non lontani i rulli dei tamburi di guerra, alle soglie dell’Europa. L’Italia, come tutte le nazioni che hanno aderito a sostenere l’Ucraina, ha reagito in maniera opportuna e le cose stanno andando in una certa maniera proprio perchè la comunità internazionale ha fatto scudo, ha deciso di opporsi a un atto di vile aggressione. Per fare ciò, per raccogliere queste sfide, occorre una professionalità, una grande motivazione che riuscirete a ottenere iniziando bene questo ciclo formativo» il messaggio chiarissimo dell’ammiraglio Cavo Dragone.

Rivolgendosi ai reparti schierati, il capo di Stato maggiore della Difesa ha sottolineato come la natura dei conflitti internazionali sia profondamente cambiata: «Non è più una guerra tradizionale nei domini a cui eravamo abituati. Terra, mare e cielo sono ormai stati in maniera massiva invasi da nuove realtà, da nuovi domini operativi che sono il cyberspazio, lo spazio, il dominio subacqueo e il dominio cognitivo su cui si stanno combattendo guerre, in cui si sta svolgendo un confronto senza esclusione di colpi sull’informazione, sul dare e gestire informazioni, sullo strumentalizzare per influenzare le opinioni pubbliche e, di conseguenza, influenzare coloro che sono i decisori delle varie nazioni».

Questo, ha osservato Cavo Dragone, «comporta una gioventù che sia particolarmente attenta alla propria formazione, a una professionalità molto spinta, a un approccio tecnologico alla Difesa che oramai è ineludibile. Noi adesso siamo transitati in maniera decisiva verso la deterrenza tecnologica, il che vuol dire che noi dobbiamo raggiungere, e lo stiamo facendo, una capacità, un vantaggio tecnologico tale, che induca un ipotetico aggressore a desistere da un atto ostile nei nostri confronti perchè a 360 gradi, dal punto di vista militare, dal punto di vista sociale e dal punto di vista economico avrebbe troppo da perdere se si avventurasse in questo tipo di attività».

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