La lunga vicenda giudiziaria, seguita alla dichiarazione di dissesto del Comune di Taranto del 2006, si arricchisce di un nuovo capitolo.
La terza sezione civile della Corte di Cassazione con la sentenza dello scorso 7 marzo ha ribaltato la pronuncia della Corte di Appello che nel 2020 aveva rigettato la richiesta di risarcimento avanzata dal Comune. È stato così accolto pienamente il ricorso proposto dall'avvocato Stefano Caffio, difensore del Comune in Cassazione. La Cassazione, infatti, ha accolto in pieno le tesi difensive e la sentenza, dunque, consentirà all’ente di chiedere un risarcimento per il danno stimabile in 500 milioni di euro per i noti fatti che portarono alla dichiarazione di dissesto, cioè il sistematico occultamento di rilevanti poste di debito dal rendiconto comunale, tali da renderlo non rappresentativo dell'effettiva situazione finanziaria.
Il sindaco Rinaldo Melucci: «Riconosciute le nostre ragioni»
«Al di là della possibilità e della volontà di procedere alla richiesta di risarcimento – il commento del sindaco Rinaldo Melucci – questa sentenza ci restituisce un riconoscimento sacrosanto: avevamo ragione a continuare nella nostra azione di tutela dell'istituzione comunale. Abbiamo posto un caposaldo, grazie all'oculata gestione della difesa portata avanti dall'avvocato Caffio, ossia che vi è stata un'amministrazione illecita delle finanze dell'ente. Responsabilità, quest'ultima, che pesa interamente su quei partiti di centrodestra che oggi, invece, tentano goffamente di riscoprirsi puristi».
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Buonasera24
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo