Mario Guadagnolo davanti alla “Karin B.”, una delle “navi dei veleni” attraccate al porto di Livorno
In merito all’articolo del prof. Mario Guadagnolo pubblicato martedì 20 febbraio dal nostro giornale sulla vicenda risalente al 1988 dell’attracco nel nostro porto della cosiddetta “nave dei veleni”, la Deep Sea Carrier, riceviamo una testimonianza molto importante, quella dell’allora Comandante della Capitaneria di Porto di Taranto, Salvatore Giuffrè, che come Capitaneria di porto aveva il compito di verificare l’idoneità del porto di Taranto all’attracco della nave nelle condizioni di sicurezza per l’ambiente e per l’uomo previste dalla legge e che sulla base di quella verifica avrebbe dovuto dare l’autorizzazione all’attracco. Questa la sua testimonianza. Ho letto l’interessante articolo sulle navi dei veleni pubblicato su Buonasera Taranto. All’epoca ero l’ufficiale tecnico della Capitaneria di porto di Taranto e ricordo benissimo tutta la vicenda. Ricordo anche che venne una Commissione da Roma con a capo il Vice Capo di Gabinetto del Ministero, credo ancora, della Marina Mercantile e prese visione del Molo Polisettoriale, ancora non impiegato utilmente. La Commissione riscontrò esserci tutti i requisiti di idoneità richiesti per le operazioni portuali relative alle cosiddette navi dei veleni. Distanza dalla città, vaste aree di stoccaggio, zona industriale. Il giudizio della Commissione fu entusiastico e ritennero di aver trovato il sito pienamente rispondente alle esigenze richieste. Come è andata a finire l’ha ben raccontata il prof. Guadagnolo all’epoca Sindaco della città nell’articolo pubblicato. Quando nel 2004 assunsi il Comando della Direzione Marittima della Toscana con sede a Livorno l’ex Console della Compagnia portuale, parlando delle navi dei veleni, mi disse che pensavano di perdere quelle operazioni viste le caratteristiche dell’approdo di Taranto. Dott. Salvatore Giuffrè Comandante della Capitaneria di porto di Taranto nel 1988
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