La Guardia Costiera del capoluogo jonico ha posto sotto sequestro 63 chili di oloturie, anche detti cetrioli di mare, di cui è vietata la pesca in quanto specie marina protetta che riveste un ruolo centrale per l’equilibrio dell’ecosistema marino. I militari della Capitaneria di porto, durante l’attività di controllo del territorio in località San Vito, hanno notato un sub che trasportava dei contenitori verso la propria autovettura parcheggiata in un sentiero poco visibile, situato vicino alla spiaggia. Dopo essersi appostati ed aver monitorato i movimenti del sub, sono intervenuti per il controllo accertando la detenzione di tre secchi contenenti 63 chilogrammi. di oloturie. Il pescatore abusivo è stato, quindi, segnalato alla Procura di Taranto che ha aperto un fascicolo per la violazione del decreto ministeriale che vieta la pesca delle oloturie e per il reato di disastro ambientale. Studi scientifici del Cnr, infatti, hanno dimostrato che la pesca delle oloturie causa gravi ed irreparabili danni per l’ambiente, diminuendo la biodiversità ed alterando gli equilibri ecologici. Continua dunque senza sosta l’attività della Guardia Costiera di Taranto nel contrasto della pesca di frodo delle oloturie che, nel novembre del 2021, nell’ambito della maxi operazione denominata “Kalimera”, sotto il coordinamento della Procura di Taranto, aveva portato all’arresto di diciassette persone per l’ipotesi di reato di disastro ambientale. “La vigilanza e il controllo del territorio per contrastare questo fenomeno così dannoso per il nostro mare- viene sottolineato in una nota stampa della Capitaneria di porto- sarà costante e l’attività di repressione sarà portata avanti senza soluzione di continuità anche in futuro”.
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