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Progetto per la protezione dei cavallucci marini

Un cavalluccio marino

Un cavalluccio marino

L’amministrazione comunale, il gruppo di ricerca di Zoologia del “Dipartimento di bioscienze, biotecnologie e ambiente” dell’Università degli studi “Aldo Moro”, il “Consiglio nazionale delle ricerche - Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino” e il centro di ricerca applicata di biologia marina “Costa Edutainment s.p.a.”, attraverso la predisposizione di un accordo di programma, hanno approvato un progetto sperimentale finalizzato alla conservazione delle specie di cavallucci marini nell’area del parco naturale regionale “Mar Piccolo” di Taranto. «L’amministrazione Melucci - spiegano dal Comune - ha avviato questa iniziativa proprio per preservare la preziosa biodiversità dello specchio acqueo. Da sempre “casa” di tanti cavallucci marini, anche il Mar Piccolo di Taranto sta risentendo delle difficoltà che stanno interessando questa specie a livello globale, sia per fattori riconducibili ai cambiamenti climatici, sia per la pressione antropica sugli habitat. Nello specifico, il progetto prevedrà il prelievo con tecniche non invasive di alcuni esemplari di “Hippocampus guttulatus”, da trasferire nell’acquario di Genova, struttura che vanta esperienza decennale e tecnologie idonee all’allevamento dei cavallucci marini. Avvenuta la loro riproduzione e verificato il loro stato di salute, saranno reimmessi in Mar Piccolo in precise aree sopposte a controllo. Trattandosi di un progetto pilota, sarà prestata particolare cura al monitoraggio del processo per valutare l’efficacia dello strumento di tutela. Tutte le operazioni di rinforzo della popolazione verranno realizzate seguendo i protocolli proposti dalle “Guidelines for reintroductions and other conservation translocations” redatte dalla Iucn, l’Unione mondiale per la conservazione della natura». «I cavallucci marini sono uno dei simboli del nostro Mar Piccolo - ha commentato il sindaco Rinaldo Melucci - guidati dalla scienza e dai massimi esperti nel settore dobbiamo fare di tutto per consentire la proliferazione di questi preziosi animali che, insieme alla cetofauna, rappresentano il tesoro naturalistico della nostra città».
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