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Quanti disagi nella Stazione

Da una nostra lettrice riceviamo e pubblichiamo: Stazione Centrale di Taranto. È il 4 settembre 2022, ore 12:34. Insieme con mia madre, una signora 80enne ancora in gamba, accompagno altre due sue amiche coetanee alla Stazione Ferroviaria di Taranto. Hanno deciso di trascorrere tre giorni in un villaggio turistico, sono dirette a Metaponto. Partenza ore 13:07 binario 6. La Stazione è quasi deserta, nel bar accanto pochi uomini visibilmente in stato di ebrezza, le tre signore scelgono di non entrarci, prenderanno una bottiglietta d’acqua dal distributore automatico, di quelli che si trovano sulle banchine. Nonna Angela, una delle tre, necessita dei servizi igienici, ma per entrare è richiesto del denaro in moneta che non ha e non c’è una macchinetta per il cambio, non c’è. Rinuncia, la farà in treno... Per raggiungere il binario 6 ci sono scale da percorrere, due rampe, un corridoio, altre due rampe di scale in salita. Le tre nonne hanno con sé rispettivamente un trolley e un borsone, non possono percorrere quella distanza con i bagagli al seguito, non ce la fanno. Alla stazione FS di Taranto non c’è un ascensore, non esiste; non esiste una scala mobile; non c’è personale ausiliario a cui rivolgersi. Devo farmi carico dei bagagli, nessuna alternativa, ma decido di farlo urlando malamente, inveendo contro lo stato, la politica, la morale, la qualunque, in modo da accertarmi che almeno i due agenti di polizia, che sembrano non aver visto la scena, possano sentirmi. Mi guardano, non si muovono a dare una mano. Quasi in cima all’ultima rampa incontro un ragazzo cortese che si propone di aiutarmi. Al binario 6 non c’è il distributore di snack e bevande che pensavamo di trovare, non ci sono sedute per accomodarsi, c’è solo odore di urina e chewingum appiccicati alle colonne di modo che non ci si possa neppure appoggiare. Aiuto le nonne a salire sul treno, sistemo i bagagli per terra tra un sedile e l’altro, auguro loro buon viaggio e buona vacanza, torno a casa cerco su internet i responsabili di questo disastro e inizio a telefonare e a scrivere. Come fa una persona in sedia a rotelle per viaggiare? E gli anziani? E le persone con qualche deficit motorio? Di quanti soldi o amicizie in più devono disporre queste persone per prendere un treno? E l’autonomia? Parlano di sperimentare treni a levitazione, parlano di inclusione, di eliminare le barriere architettoniche, parlano di turismo e vorrebbero promuovere Taranto come Capitale italiana della cultura 2022. Parlano troppo, tutti.  
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