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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Anime" di Barbara Caporicci

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di venerdì 19 dicembre 2025, è:

    ANIME

    di BARBARA CAPORICCI da Bologna

    Anime spente
    nell'ora più tarda della notte
    con i loro misteri avvolti
    - dispersi -
    dal vento gelido del giorno.
    Si confondono i pensieri
    sotto ali di fulgide meteore
    nella desolata condizione
    del loro eterno viaggio.
    Anime peregrine
    vite senza fine
    nell'ora che stravolge
    un corpo sul finire.
    Sono anime del perdono
    che chiamano ma non ci sono
    sono anime che in un abbraccio
    invocano in preghiera
    la messa di una sera.

       

    Recensione


    Questa poesia apre uno spazio notturno e sospeso, dove le anime sembrano muoversi lontane dal tempo comune, avvolte da un silenzio carico di mistero. L’atmosfera è fredda e rarefatta, attraversata dal vento e da immagini che parlano di smarrimento, di viaggio e di attesa.


    Le anime descritte non sono ferme, ma peregrine, in cammino continuo, come se cercassero una meta che non coincide con la fine. Il corpo appare stanco, sul limite, mentre lo spirito continua a interrogarsi e a muoversi, portando con sé pensieri confusi e desideri non risolti.


    C’è un senso profondo di solitudine, ma non di abbandono totale. Queste anime “chiamano”, anche se sembrano non esserci più, e nel loro invocare resta una traccia di umanità che resiste. L’abbraccio e la preghiera diventano gesti simbolici, tentativi estremi di contatto e di salvezza.


    Nel testo di Barbara Caporicci il perdono assume un valore centrale, come possibilità ultima di pace dopo il travaglio. La “messa di una sera” chiude la poesia con un’immagine raccolta e quasi rituale, che restituisce quiete e raccoglimento. È una poesia che invita a rallentare e ad ascoltare ciò che resta invisibile, dando voce a chi attraversa il buio senza clamore. Il lettore ne esce con una sensazione di malinconia dolce, accompagnata da una riflessione intima sul senso del viaggio umano e sulla necessità della compassione.

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