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CONTROVERSO
04 Agosto 2025 - 06:00
"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:
Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica.
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La Poesia del Giorno, di lunedì 4 agosto 2025, è:
IL NAUFRAGIO DELL'IO
di MELANIA FURIO di Orta Nova (FG)
Nel temporale dei suoi occhi,
c’è un’anima dispersa inerte di silenzio
e le tue violente espressioni inondano
i lineamenti umidi del suo volto.
“Rintanata in un mondo utopico,
in preda a un’illusione feroce del mio essere
avevo perduto la mente e il cuore
e l’anima in lontananza sussurrava il mio nome.”
Nel fruscìo del suo respiro,
c’è un cuore disperso privo di vita
e le tue impetuose mani comprimono
i lineamenti assordanti del suo corpo.
“Vagavo di qua e di là
in una realtà surreale
e il mondo parallelo era spento,
non c’erano luci
ed era svanita la mia ombra sicura,
corsa al riparo.”
Impalata dalle tue dita
la sua mente s’abbandona
e fragile, al dolore s’affeziona.
“Annegata nell’impercettibile ignoto,
le mani tremanti
e gli occhi serrati dal tormento
avevo cercato la mente e il cuore
e l’anima in lontananza strillava il mio nome.”
Gelide spine penetrano il suo essere contuso
quasi a tralasciare i sensi,
quando sussurra versi affranti di sgomento
e tu ricambi le parole con i segni.
“Sono io,
in fran-tu-mi,
sono sopravvissuta.”
Nella sua stessa ombra ferita,
vive differita.
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Recensione
Questa poesia ha un’intensità che prende per mano e non lascia andare facilmente. È come una tempesta emotiva che si muove tra confusione e dolore, tra un io fragile e la forza di sopravvivere. Le immagini sono forti, a volte quasi crude, ma proprio per questo sincere, senza giri di parole, raccontano uno smarrimento profondo e insieme la voglia di non arrendersi.
Il racconto che si snoda tra i versi è quello di un animo che si perde e si ritrova, che attraversa momenti di oscurità interiore, di silenzio opprimente, ma che trova un filo sottile per restare aggrappato alla vita. La tensione tra l’io che si dissolve e quello che resiste è palpabile, e quel gioco di contrasti rende la lettura avvolgente e vibrante.
Le espressioni usate – come “gelide spine”, “mani tremanti”, “occhi serrati dal tormento” – danno un senso di dolore fisico, quasi tangibile, che si somma a quello emotivo. Eppure, nonostante tutto, la conclusione non è di resa, ma di sopravvivenza, di frammenti che restano vivi e capaci di raccontare la propria storia.
La poesia di Melania Furio non nasconde nulla di ciò che c’è dietro alle apparenze, ci spinge a guardare dentro le crepe e le ombre di un io ferito, senza paura di mostrarne le fragilità. È un invito a riconoscere la forza che nasce dal confronto con il dolore, a trovare una nuova forma di esistenza anche quando sembra tutto perduto. E in questo percorso, la voce che si fa strada è quella di chi, pur spezzato, continua a camminare, lasciando dietro di sé una traccia di vita vera.
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