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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Resurrezione di un'estate" di Alberico Solimes

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di lunedì 10 marzo 2025, è:

    RESURREZIONE DI UN'ESATE

    di ALBERICO SOLIMES di Tollo (CH)

    Relazioni crepuscolari
    si affannano
    nel meriggio opaco
    di un’estate
    incendiata, le cui ceneri
    di un nuovo giorno
    urna
    che terrà nella sua memoria
    sguardi sorrisi gesta
    e crocchi di gusci essiccati –
    li renderà eterni.

       

    Recensione

    Un componimento che si muove con eleganza tra il trascorrere del tempo e il permanere dei ricordi, suggerendo un dialogo silenzioso tra ciò che si consuma e ciò che resta. Attraverso un linguaggio evocativo e immagini di forte impatto sensoriale, il poeta ci conduce in un’atmosfera sospesa, dove il presente si dissolve dolcemente nel passato senza tuttavia perdersi.


    L’incipit, con l’espressione “relazioni crepuscolari”, suggerisce subito un senso di affievolimento, di legami che si muovono nel chiaroscuro dell’esistenza, forse sul punto di spegnersi o di trasformarsi. Il “meriggio opaco” amplifica questa sensazione di incertezza, un momento della giornata in cui la luce si stempera e il calore dell’estate, solitamente vivido e acceso, si fa più fioco, quasi stanco. L’immagine di un’estate “incendiata” conferisce alla scena un carattere intenso e passionale, ma il suo destino è segnato: la stagione brucia e si consuma, lasciando dietro di sé solo “ceneri”.


    Tuttavia, il componimento non si sofferma su un’idea di mera fine, ma lascia emergere la possibilità di una persistenza. Le ceneri diventano parte di un nuovo giorno, un’“urna” capace di custodire e preservare i segni di ciò che è stato: “sguardi, sorrisi, gesta”, piccoli frammenti di vita che altrimenti sarebbero destinati a svanire. Il poeta sembra volerci dire che nulla si dissolve completamente, che anche ciò che appare ormai lontano o perduto trova un modo per permanere.


    Il finale della poesia suggella questa riflessione con grande delicatezza: la memoria si fa custode del passato, trasformandolo in qualcosa di eterno. L’abilità di Alberico Solimes sta nel creare un testo essenziale e denso al tempo stesso, capace di restituire con pochi versi il senso del trascorrere della vita e della sua capacità di lasciare impronte profonde. La natura ciclica delle stagioni diviene così metafora di un’esistenza in cui tutto ciò che è vissuto non scompare, ma si trasforma e continua ad abitare il nostro presente sotto nuove forme.

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