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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Un fulmine" di Emanuele Gentili

Poesia del giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di venerdì 14 febbraio 2025, è:

    UN FULMINE

    di EMANUELE GENTILI di Orzinuovi (BS)

    Un fulmine mi colpisce
    quando meno me l'aspetto
    Viene da oriente
    dove nasce una speranza
    Taglia come lama
    nel caldo mezzogiorno
    Nessuna ombra
    vede
    il mio stupore
    Vorrei che le mie stelle
    avessero il tuo sguardo
    per illuminare la notte
    e portarmi
    a svegliare la mia coscienza
    che ancora ti teme
    si agita
    trema
    Forse è la troppa bellezza
    a seccare
    cuori ciechi e sordi
    Anime nude
    cercano una morsa
    calda
    primitiva
    viva
    Siamo figli
    di sorrisi muti
    Siamo padri
    di carezze

       

    Recensione

    Un viaggio emotivo che cattura l’imprevedibilità dei sentimenti e la loro forza dirompente. Il fulmine diventa simbolo di un’illuminazione improvvisa, un evento che scuote l’animo senza preavviso. La sua origine, situata a oriente, richiama l’idea di un nuovo inizio, di una speranza che si insinua anche nei momenti di maggiore incertezza.


    L’immagine della lama che taglia nel caldo mezzogiorno trasmette un senso di intensità bruciante, di qualcosa che si insinua nel quotidiano senza lasciare spazio all’ombra, esponendo il protagonista alla luce cruda della consapevolezza. Il contrasto tra luce e buio percorre tutta la poesia: le stelle desiderate come sguardi capaci di illuminare la notte rimandano alla ricerca di una guida, di un punto di riferimento che possa portare alla rivelazione interiore.


    La coscienza, ancora agitata e tremante, è attraversata dal timore di ciò che non può controllare. L’autore suggerisce che la bellezza, nella sua forma più pura, può spaventare e immobilizzare, come se fosse troppo intensa per essere accolta senza timore. Il riferimento ai cuori ciechi e sordi suggerisce l’incapacità di cogliere appieno ciò che è autentico, mentre le anime nude, prive di difese, cercano qualcosa di vero e primordiale, un contatto che sia caldo, essenziale, vitale.


    Il finale della poesia, con la contrapposizione tra figli di sorrisi muti e padri di carezze, richiama il ciclo della vita e delle emozioni: l’eredità di un passato silenzioso si trasforma nella capacità di donare affetto. Questo passaggio rappresenta una crescita, un’evoluzione interiore che, pur scaturita dal dolore e dallo smarrimento, conduce a una forma di comprensione profonda dell’esistenza.


    Con uno stile essenziale e incisivo, Emanuele Gentile riesce a tradurre in immagini poetiche la potenza delle emozioni improvvise e la loro capacità di scuotere l’anima, portandola a confrontarsi con la propria vulnerabilità e con il desiderio di una connessione autentica.

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