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rubrica poetica
15 Giugno 2024 - 08:00
La rubrica settimanale "controVerso" è dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è deciso di raccogliere in questa pagina le più belle poesie che di volta in volta vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato sul quotidiano Buonasera in edizione cartacea, digitale e online nella apposita sezione, dovrà:
Ogni settimana tre poesie, tra quelle più significative, saranno scelte, recensite e pubblicate nella rubrica "controVerso" sull'edizione cartacea e digitale del sabato e visibili online la domenica mattina dalle ore 9:00.
Altre, invece, verranno selezionate e pubblicate esclusivamente online come "Poesia del Giorno" sul sito web di Buonasera e sui canali social.
Le tre poesie pubblicate sabato 15 giugno sono:
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alcuni hotel in centro hanno insegne enormi
li guardi da lontano e sei dentro
e prima che tu te ne accorga indossi i vestiti di un altro
ed hai la sua stessa taglia di scarpe
e fai tutte queste cose che stai già facendo e ti fai
altissimo
per assomigliare agli alberi
che crescono come i palazzi
che perdono i calcinacci
come seccano le foglie.
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di Maurizio Evangelista di Bisceglie (BT)
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Recensione
Una poesia che esplora il tema dell'alienazione e dell'identità in un contesto urbano. Gli hotel in centro, con le loro insegne enormi, simboleggiano l'attrazione e l'oppressione della città moderna, in cui l'individuo si perde nell'immensità anonima degli edifici. Maurizio Evangelista utilizza immagini suggestive e potenti per descrivere la sensazione di diventare un altro, di indossare i vestiti di qualcun altro e di adattarsi perfettamente a una taglia di scarpe che non è la propria. Questo passaggio sottolinea il processo di spersonalizzazione che può avvenire in ambienti urbani, in cui l'individualità si dissolve nella massa. L'aspirazione a diventare "altissimo per assomigliare agli alberi" riflette il desiderio di elevazione e di ritorno a una forma di autenticità e naturalezza, in contrasto con la rigidità dei palazzi che perdono calcinacci come le foglie che seccano. Questa immagine finale crea un parallelo tra il degrado urbano e il ciclo naturale, suggerendo una continua lotta tra artificio e natura. Il poeta ci invita a riflettere sulla nostra identità e sulla nostra capacità di mantenere l'individualità in un mondo che spesso ci costringe a diventare altro da noi stessi. La sua poesia è un richiamo alla consapevolezza e alla ricerca di un equilibrio tra ciò che siamo e ciò che il contesto urbano ci impone di essere. L’opera è tratta dal volume “Mr. me”, Arcipelago Itaca 2022.
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Mi guardo allo specchio
con l’anima addosso
vestita di niente
di semplicità.
Riflesso di luna
cade una stella
di rose le mani
profuman di te.
Abbracciami l’anima
il cuore, la mente
non il mio corpo
che non parla di me.
Or ti regalo
le mani e i miei occhi...
abbracciami l’anima
che parla di te!
di Vito Romita di Modugno (BA)
Recensione
Versi intensi e delicati che esplorano la ricerca dell'autenticità e della connessione profonda con l'altro. Il poeta si guarda allo specchio con "l’anima addosso", proponendo un'immagine di vulnerabilità e purezza, privo di artifici. La semplicità dei versi riflette un desiderio di autenticità, mentre il "riflesso di luna" e la "stella" che cade aggiungono un tocco di magia e sogno alla scena. Le "mani di rose" che "profuman di te" suggeriscono un legame profondo e intimo con l'altra persona, un'affinità che trascende il fisico. La richiesta di abbracciare l'anima, piuttosto che il corpo, è un appello a una relazione più profonda, al di là delle apparenze superficiali. Il poeta offre le sue "mani" e "occhi" come simboli di apertura e sincerità, chiedendo un abbraccio dell'essenza più vera, quella che "parla di te". "Allo specchio" di Vito Romita è una lirica che celebra la bellezza dell'anima e la ricerca di un amore autentico, capace di riconoscere e valorizzare l'essenza interiore dell'essere umano. Il poeta ci invita a guardare oltre le apparenze, per abbracciare la vera natura dell'amore e della connessione umana.
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Qualora tutto accadesse
In questo pietrame di foglie scosse
Oltre il margine del giardino,
E tuttavia così vicino, al di qua del pensiero
Che solerte sfugge per un nuovo sentiero,
Dove ombre e parole desuete
Cercano il nuovo dell’esistere,
Allora, forse, un’altra immagine
Si presterebbe a essere guardata
Con occhi chiusi,
Volti al dentro della preghiera.
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di Max Mazzoli di Parma
Recensione
Una poesia che invita il lettore a esplorare il confine tra il conosciuto e l'ignoto, tra l'esteriore e l'interiore. La scena iniziale, descritta come "pietrame di foglie scosse", propone un paesaggio autunnale, simbolo di cambiamento e transizione. Questo paesaggio, situato "oltre il margine del giardino" ma allo stesso tempo "così vicino", suggerisce la vicinanza tra ciò che è familiare e ciò che è sconosciuto, tra il tangibile e il pensiero astratto. Max Mazzoli riflette su come il pensiero, che "solerte sfugge per un nuovo sentiero", possa portare a una ricerca continua di significato e di esistenza. Le "ombre e parole desuete" rappresentano elementi del passato e del presente che cercano di trovare una nuova forma di essere e di significato. La seconda parte della poesia introduce un elemento di speranza e contemplazione. L'immagine che "si presterebbe a essere guardata con occhi chiusi" suggerisce un'introspezione profonda e una connessione spirituale. Gli "occhi chiusi, volti al dentro della preghiera" indicano una ricerca interiore, una meditazione che va oltre l'osservazione superficiale del mondo esterno. L’autore, attraverso un linguaggio ricco e suggestivo, esplora temi di trasformazione, introspezione e ricerca di senso. La poesia ci invita a considerare la possibilità che, se tutto accadesse davvero, potremmo trovare nuove prospettive e significati non solo nel mondo che ci circonda, ma anche nel nostro mondo interiore.
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Testata: Buonasera
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