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07 Aprile 2024 - 15:32
I tifosi del Taranto
Adesso viene il bello. Il biglietto è staccato, il viaggio agonistico ed onirico del Taranto può continuare nella sua evoluzione esaltante, sorprendente, ambiziosa.
L’accesso al corollario dei prossimi play off di maggio è suggellato dal crisma dell’ufficialità, eredità immediata del netto successo che la formazione ionica allenata da Ezio Capuano conquista al cospetto di un Potenza domato dalle reti di Federico Valietti, inedito homo novus della partita, e di Alfredo Bifulco, emblema di una ritrovata continuità di fantasia e finalizzazione. La narrazione consta di scelte inaspettate e strategie indovinate, le metamorfosi e gli adattamenti che sottendono all’interpretazione tattica e psicologica della squadra certificano, se ce ne fosse ancora bisogno, sia l’eclettismo e l’abnegazione profusi dai singoli, sia le meditazioni e gli studi esasperati dell’allenatore per sfidare ogni tipo di emergenza: sono 56 i punti suggellati in classifica, ben 60 quelli realmente conquistati sul campo, compromessi dalla severa penalizzazione che incombe, in attesa di un esito positivo del ricorso.
L’intuizione di Capuano coinvolge e stravolge la composizione delle catene, nel collaudato mosaico del 3-4-3: non solo una fascia mancina priva di entrambi i suoi protagonisti di ruolo, ovvero l’infortunato Ferrara e lo squalificato Panico, ma anche una corsia destra dalla quale abdica Luciani, vittima di un affaticamento muscolare alla vigilia. E se il trittico difensivo replica in toto quello visto all’opera contro la Casertana, con Riggio ed Enrici ad agire sui poli ed a compattarsi con Miceli centrale (Vannucchi è custode inamovibile fra i pali), sono Mastromonaco e Valietti a distribuirsi i compiti sugli esterni, rispettivamente destro e sinistro, di centrocampo. Il binomio assortito da Calvano e Zonta garantisce interdizione e spunto alla verticalizzazione in mediana, mentre è modificato per l’ennesima volta il tridente offensivo: la punta pura selezionata è De Marchi, ispirato sulla trequarti da Orlando e Fabbro. Dal canto suo, Marco Marchionni disegna il Potenza sulla base di un conservativo 3-5-2, nel quale l’esperienza e la logica di Schiattarella e Castorani governano la linea nevralgica, nell’auspicio del colpo ad effetto del solito Caturano in attacco e nel dilemma di Steffè sistemato, non senza criticità, sul versante destro (non riesce a limitare lo stato di grazia del contrapposto Valietti). La sensazione di un duello originale e gradevole filtra già nelle prime battute, mutuate in un approccio reciproco propositivo, spesso disordinato e precipitoso negli appoggi e nei contrasti, mai noioso: le fiammate iniziano ad inanellarsi dal decimo giro di lancette, quando Volpe opera in progressione sul versante destro ed apre a beneficio di Castorani, il quale confeziona l’assist in traiettoria per Caturano, autore di un mancino a giro indirizzato verso il palo più lontano, monitorato da Vannucchi che si distende e respinge la sfera.
Due minuti più tardi, Valietti celebra l’inizio della sua recitazione, addomesticando con eleganza il pallone, accentrandosi verso il limite e caricando il destro al volo che costringe l’estremo difensore lucano Alastra a rifugiarsi in calcio d’angolo. Della successiva esecuzione dalla bandierina sinistra, al 13’pt, s’incarica Zonta, il quale pennella il cross per la testa di Miceli appostato per lo schema; l’incornata nel cuore dell’area è energica ma termina sul fondo. Al 17’pt Fabbro amministra con stile la sfera ma esagera nel calciarla arcuata sul fondo. La sinergia propizia il vantaggio del Taranto al 20’pt: Miceli costruisce dalle retrovie e serve in profondità Orlando, il quale sterza sull’esterno destro e taglia chirurgicamente a beneficio di Federico Valietti che, appostato all’altezza del secondo palo, arpiona di testa la sfera, insinuandola nell’angolino basso e superando un indeciso Alastra. La compagine ionica cresce in intraprendenza e creatività: al 29’pt Calvano sferra un destro al volo direttamente da metà campo ed obbliga il portiere lucano alla reattività: sulla sfera ribattuta si avventa Fabbro, il quale spreca di piatto incredibilmente sopra la trasversale. Il Potenza prova ad incrinare il dinamismo e la sicurezza dei padroni di casa al 36’pt, con un rasoterra scoccato da Volpe bloccato da Vannucchi. Il Taranto insiste al 43’pt, quando Mastromonaco equilibra la fase di controllo dal suo versante di pertinenza, concedendosi l’incursione al cross perfetto per De Marchi, il cui colpo di testa è vanificato dalla parata d’istinto di Alastra.
In avvio di ripresa, Marchionni effettua una doppia sostituzione, inserendo Sbraga e Di Grazia al posto, rispettivamente, di Maddaloni e Steffè, mentre Capuano avvicenda gli attori sulla trequarti, rilevando Orlando e Fabbro ed introducendo Kanoute e Bifulco (10’st). Ad aumentare l’iniziativa ed innalzare il proprio baricentro è il Potenza, che approfitta dei ritmi più morbidi dell’avversario: al 16’st Burgio accelera e si esibisce in slalom, ma la sua conclusione col destro sibila oltre la traversa. Tre minuti più tardi, al 19’st, è Sbraga a calciare una punizione dal limite ed innescare Volpe, il quale tenta di sorprende nei pressi del secondo palo, ma Vannucchi fa buona guardia. Capuano completa la trasformazione della batteria offensiva con la staffetta fra De Marchi e Simeri, mentre Marchionni opta per Asencio al posto di Volpe. Successivamente, a rifiatare sono i registi ionici: Matera e Ladinetti subentrano in luogo di Calvano e Zonta.
E’ cinico il Taranto che archivia la pratica al 38’st: Mastromonaco si prodiga in un’ulteriore discesa sulla fascia destra ed effettua il cross intercettato dall’accentrato Valietti, il quale offre di sponda la sfera per l’accorrente Alfredo Bifulco; il fantasista ionico attende l’attimo giusto, elude le marcature avversarie e realizza una staffilata col desto che non lascia scampo ad Alastra per il definitivo 2-0.
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