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Il match

Taranto, prova emozionante e pareggio pirotecnico: col Benevento è 2-2 allo stadio Iacovone

Kanoute su calcio di rigore e Simeri rimediano al doppio vantaggio firmato da Berra e Ciano

Ezio Capuano

Ezio Capuano

Tra antidoti efficaci e pozioni sprecate nell’epilogo. E’ un duello intrigante e spettacolare, quello offerto da Taranto e Benevento, in occasione della quarta giornata del girone di ritorno: un pareggio pirotecnico (2-2), una prova di forza e di personalità da parte degli ionici (agguantata per ben due volte la simmetria del punteggio), un’organizzazione tattica e psicologica impeccabile espressa dai sanniti.

L’antidoto contro la Strega è identificato in una prestazione omogenea, coraggiosa e reattiva, in cui il Taranto dona la sensazione di accelerare quel processo di metamorfosi obbligata, eredità improvvisa delle dinamiche della sessione invernale di mercato: l’inserimento delle nuove pedine è più che confortante (debutto con gol di Simeri), la prospettiva delle rinnovate ricerca ed assimilazione mnemonica fra i reparti è luminosa. Soprattutto in una partita complicata contro un avversario di spessore e dalle individualità di categoria superiore, corretto dall’esperienza di Gaetano Auteri in panchina: gli episodi sono capitalizzati alla perfezione da entrambe le squadre, poiché risultano decisive le esecuzioni dalla bandierina intercettate da Berra e da Simeri, ma anche il calcio di rigore trasformato da Kanoute, intervallate dalla rete da cineteca suggellata da Ciano.

Come anticipato alla vigilia, Ezio Capuano non snatura l’assetto tattico del suo Taranto, improntato sul 3-4-3, ma si concede qualche novità per tentare di esorcizzare i dilemmi scaturiti dalla sconfitta incassata a Messina: innanzitutto il ritorno di Ferrara sulla fascia mancina, dopo il turno di squalifica smaltito contro i peloritani; poi l’opzione Zonta al fianco di Calvano in mediana; l’ubicazione di Orlando sulla trequarti destra, al posto di Bifulco appiedato per una gara dal giudice sportivo in seguito all’espulsione rimediata contro i siciliani. Nessuna modifica al reparto difensivo, con Vannucchi a custodia dei pali e tutelato dal trittico composto da Luciani, Miceli e Riggio; Valietti e De Marchi replicano la titolarità rispettivamente sulla fascia destra (infortunato Mastromonaco) ed al centro dell’attacco (integrato da Kanoute sul versante sinistro).La prima frazione di gioco si sviluppa sotto l’egida dell’ordine e della razionalità, qualità che sovrastano qualche imprecisione nell’interpretazione dell’equilibrio delle due fasi della manovra. E s’inaugura immediatamente con l’incisività dei calci piazzati: al quarto giro di lancette, infatti, Zonta pennella un cross preciso da corner a beneficio di Miceli che, ben appostato all’altezza del palo opposto, stacca di testa ma trova la risposta adeguata da parte dell’estremo difensore campano Paleari. Ed un minuto più tardi, al 5’, il Benevento conquista il vantaggio su una circostanza simile: Ciano s’incarica dell’esecuzione dalla bandierina destra ed offre il suggerimento per la conclusione al volo di Filippo Berra, il quale si districa bene all’altezza del secondo palo, eludendo il tentativo ostruzionistico confuso della difesa ionica ed il disorientamento di Riggio. Il Taranto rimedia all’11’, quando un errore in disimpegno di Capellini agevola la penetrazione di De Marchi, abile ad involarsi, meno a concludere centralmente con Paleari che gli chiude lo specchio della porta.

La sfera però dirotta verso Pastina, il quale ostacola fallosamente proprio l’attaccante rossoblu, inducendo l’arbitro Turrini della sezione di Firenze a decretare il calcio di rigore in favore dei padroni di casa. Dal dischetto è Mamadou Kanoute a non fallire, grazie ad un tiro morbido e deciso che s’insinua alle spalle del portiere Paleari: 1-1 transitorio siglato dal trequartista senegalese al 13’. L’evoluzione della partita è strategica e metodica, consta di determinazione nelle iniziative offensive (nonostante qualche pallone di troppo che sfila ed attraversa precipitosamente l’area), anche di momenti frammentari nella zona nevralgica. Il Taranto prova a pungere al 21’, dopo aver lavorato con calma la sfera sulla trequarti, attraverso scambi corti che favoriscono l’inserimento di Zonta: il suo rasoterra è interessante ma protetto da Paleari. Ferrara sguscia sulla catena mancina, dopo la sovrapposizione con Kanoute, ed effettua un diagonale coperto dall’estremo difensore sannita alla mezz’ora. Dal canto suo, il Benevento si affida ad un’intuizione col sinistro di Talia, la quale sfiora il palo alla destra di Vannucchi (35’). Sul taccuino della ripresa si annota subito la doppia sostituzione effettuata da Capuano: Enrici rileva Riggio sul polo mancino della difesa, mentre Simeri esordisce avvicendandosi con De Marchi per quel che concerne la batteria offensiva. Il Benevento rinnova il suo vantaggio al 6’st: Camillo Ciano ruba la sfera al neo entrato Simeri e si esibisce con uno splendido tiro a giro con l’interno mancino, destinato nell’angolino basso alla destra di Vannucchi (2-1). La compagine rossoblu non demorde e sancisce il definitivo pareggio al 14’st: dopo un dialogo con Zonta sugli sviluppi di un corner dalla destra, Orlando smista al centro un pallone prima intercettato dalla sponda di Kanoute, poi preda di Simone Simeri, il cui colpo di testa nell’area piccola è perentorio e supera Paleari.

Entrambe le squadre insistono nel recitare un ruolo da protagoniste e non tradiscono emozioni: al 17’st Ciano ci prova ancora con un destro insidioso direttamente dalla trequarti, ma Vannucchi è pronto; al 27’st è breve e scottante la traiettoria realizzata da Miceli, che accoglie il cross dalla bandierina ad opera di Zonta. La girandola delle sostituzioni coinvolge Ciciretti, Simonetti, Masciangelo e Marotta, inseriti da Auteri al posto, rispettivamente, di Starita, Benedetti, Improta e Ciano, mentre Capuano è costretto a rilevare l’affaticato Kanoute con Fabbro al 29’st. Alla mezz’ora Simeri scarica il destro di prima intenzione dalla distanza, ma la sfera termina sul fondo. E la pozione prodigiosa di una vittoria nell’epilogo è sciupata dal Taranto in due circostanze: al 48’st il giovane subentrato Fiorani anulla l’ultimo passaggio di un’azione corale in ripartenza. Clamorosa l’occasione vanificata da Simeri allo scadere del periodo di recupero (49'st): Orlando lancia il nuovo attaccante rossoblu, il quale opta per la soluzione più sofisticata di un pallonetto ravvicinato a tu per tu con Paleari, incredibile nel destabilizzarlo aprendo i guantoni.

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