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L'analisi
04 Agosto 2023 - 07:37
Disoccupazione giovanile
Povertà crescente, mancanza di lavoro, salario minimo, sono i temi di una sfida complessa che si gioca prevalentemente nel Mezzogiorno. I numeri non mentono ma spesso nascondono verità che non vengono percepite, ma non per questo ignorate dalle indagini dell’Istat e dai rapporti della Caritas.
La povertà secondo l’Osservatorio Caritas I dati di fonte Caritas offrono un prezioso spaccato. sui volti di povertà del nostro tempo, integrando in qualche modo i dati di fonte ufficiale. Nei centri di ascolto e servizi informatizzati le persone incontrate e supportate nel 2022 sono state 255.957, con un incremento rispetto all’anno precedente del 12,5% degli assistiti, in gran parte legato alla crescita delle persone di cittadinanza ucraina accolte dalla Chiesa in Italia. Tuttavia se si esclude “l’effetto guerra” il trend rispetto all’anno precedente è comunque di crescita.
La storia assistenziale A chiedere aiuto sono donne (52,1%) e uomini (47,9%). Non si tratta sempre e soltanto di nuovi poveri. Il 30% delle persone è infatti accompagnato da più di 5 anni. Sempre più marcato appare il peso delle povertà multidimensionali: prevalgono le difficoltà legate a uno stato di fragilità economica, di bisogni occupazionali e abitativi; di difficoltà legate allo stato di salute (disagio mentale, problemi oncologici, odontoiatrici), di problemi familiari (separazioni, divorzi, conflittualità di coppia). La povertà in Italia può ormai dirsi un fenomeno strutturale visto che il 9,4% della popolazione residente vive, secondo l’Istat, in una condizione di povertà assoluta.
Il Reddito di Cittadinanza E’ stato finora percepito da 4,7 milioni di persone, ma con tutte le sue contraddizioni, ha raggiunto poco meno della metà dei poveri assoluti (44%). Del reddito di cittadinanza, se n’è fatto, e purtroppo si continua a farne un uso “ideologico”. Per il M5s ha rappresentato un “votificio”, una riserva elettorale dalla quale attingere consensi. Di converso, il centro destra, con l’esclusivo interesse a contrastarne il consenso ha assunto l’impegno, in campagna elettorale, di ridimensionarne l’accesso in termini di requisiti, modalità e peso economico. oggettivamente insostenibile per le casse dello Stato. Tuttavia le misure adottate dal Governo Meloni risultano, per il momento, confuse, inefficaci, prive di strumenti attuativi. E’ fondamentale invece assicurare tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti e, accanto alla componente economica dell’aiuto, vanno garantiti adeguati processi di inclusione sociale, attraverso un rafforzamento della capacità di presa in carico dei Comuni, con il potenziamento delle risorse umane e finanziarie a disposizione e un miglior coordinamento delle azioni.
Il divario tra Nord e Sud in Italia Il tasso di disoccupazione al Sud è più alto che al Nord, e con la crisi il rapporto tra il numero di individui e la forza lavoro è incrementato in misura ingente. Persino nella Pubblica amministrazione, il Sud soffre: – 27% in meno al Sud, contro il 18,6% in meno al Nord. Le retribuzioni fanno fatica a crescere, e non crescono nemmeno i consumi. Svimez sottolinea come la debolezza dei consumi degli individui sia causata da una dinamica salariale piatta (circa il 15% dei dipendenti al Sud è sottopagato, contro l’8,4% del Centro-Nord).
La missione del PNRR La più grande sfida del Programma nazionale di ripresa e resilienza sarà quella di programmare, progettare e spendere le risorse a disposizione. Una mission che richiede un enorme efficientamento della macchina amministrativa, con un impiego notevole di risorse umane e finanziarie. Il quadro di riferimento iniziale deve prendere una rotta differente, volta a rilanciare il Mezzogiorno, che negli anni ha subito un crescente divario dalle regioni del Nord. Mai come oggi, le regioni del Sud hanno la possibilità di ripartire, e di dare slancio all’economia delle imprese e del settore pubblico nel Meridione.
Salario di cittadinanza e servizio civile Recuperare e valorizzare pienamente il concetto di servizio civile, oggi modesta e marginale struttura. Costruire un autentico servizio civile finalizzato al sostegno ed alla realizzazione di grandi progetti strategici per lo sviluppo del territorio come: la tutela del patrimonio idrogeologico; il risanamento dei beni culturali e paesaggistici; la manutenzione e valorizzazione necessari ad un Paese con le caratteristiche di accumulazione naturale e culturale; i progetti di sviluppo tecnologico diffuso come la banda larga; gli itinerari turistici e culturali; la difesa del patrimonio costiero; l’efficienza dei servizi di manutenzione nei sistemi urbani.
Il servizio civile, attraverso il reclutamento e la formazione del personale necessario, deve essere utilizzato come strumento di sostegno alle grandi progettualità. Tutto questo darebbe lavoro, senso e ragione al salario di cittadinanza, che riguarderebbe una massa importante di occupati e consentirebbe anche l’utilizzazione di risorse già presenti nei bilanci della Pubblica Amministrazione; oltre alla partecipazione di capitali privati ed imprenditori compatibili ed interessati alla nuova progettualità delle Istituzioni Pubbliche. Le carenze nella attuazione di programmi nazionali e comunitari da parte dei governi nazionali e regionali, hanno fatto danno al Paese devono essere combattute e contestate. Le Regioni del Mezzogiorno devono, in modo organico ed unitario, comprendere questo vuoto gestionale che ha compromesso la crescita dell’intero mezzogiorno e devono al tempo stesso, ammettere la miopia con cui hanno gestito il complesso processo programmatico che dal 2014 ha offerto al sud tante occasioni per il suo rilancio: tutte occasioni perse perché è mancata la lungimiranza politica ed il coraggio di rivendicare i propri diritti e la gestione federata di poteri, competenze, risorse.
Lo strumento federativo dei poteri delle regioni meridionali diviene fondamentale e necessario per un sistema di scelte che siano collegate fra loro. Queste convergenze avvengono nella definizione dei progetti, nella loro elaborazione e nella loro realizzazione; si manifestano nella unità di contenuti e di metodo e nella loro interregionalità mediante il perfezionamento di un apposito patto, rispettoso quindi della Costituzione vigente, capace di mettere insieme le istanze delle regioni meridionali per ricondurle ad istanza unica.
“L’ascensore sociale è guasto, è rotto da tempo”, ha denunciato recentemente il cardinale Matteo Zuppi. Il problema non è soltanto cercare di fare quello che si può, ma bisogna fare quello che serve. La sofferenza non può aspettare, non deve aspettare. E’ questo l’obiettivo importante che possiamo e dobbiamo realizzare. In questo senso, la solidarietà insieme al principio di sussidiarietà, assumono un valore fondamentale e complementare nella iniziativa politica che Mezzogiorno Federato sta svolgendo: quello del principio sociale che implica il riconoscimento della relazionalità e della interdipendenza come dimensioni intrinseche della persona tradotto istituzionalmente nelle politiche di welfare; e quello di virtù morale, in quanto è un valore che deve ispirare l’agire reciproco dei cittadini, singoli o associati, specie nei confronti delle persone o dei gruppi in condizioni di disagio o di difficoltà. Non a caso sono i valori distintivi la civiltà del pensiero cattolico e socialista. La nostra missione insieme ai civici è quella di costruire l’alternativa dei riformatori, tale da diventare un punto di non ritorno della Politica italiana.
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Testata: Buonasera
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