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Bari
31 Dicembre 2025 - 06:37
BARI - La Puglia compie un passaggio destinato a segnare in modo profondo il futuro della gestione della risorsa idrica. Nella sede della Presidenza della Regione è stato formalizzato il trasferimento delle azioni di Acquedotto Pugliese S.p.A. a favore dei Comuni di Bari, Mesagne, Cellamare, Minervino Murge, Crispiano e San Marco in Lamis, avviando ufficialmente il nuovo assetto della governance del servizio idrico integrato.
L’atto, sottoscritto dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, rappresenta un tassello centrale del percorso di trasformazione avviato negli ultimi anni e si inserisce nel quadro normativo delineato dal D.L. n. 153/24 e dalla Legge regionale n. 14/2024. La Regione ha infatti disposto il trasferimento gratuito di una quota del capitale sociale di AQP, fino a un massimo del 20% complessivo, trasformando gli enti locali da semplici utenti del servizio a soggetti comproprietari del gestore idrico.
Il passaggio assume un valore che va oltre l’aspetto formale. La concessione storica di Acquedotto Pugliese, infatti, giungerà a scadenza improrogabile il 31 dicembre 2025. In questo contesto, l’elezione dei sindaci pugliesi nel Comitato di Coordinamento e Controllo di AQP e il trasferimento delle quote societarie costituiscono le condizioni necessarie affinché l’Autorità Idrica Pugliese possa procedere al nuovo affidamento del servizio attraverso il modello dell’in house providing, evitando il ricorso a gare pubbliche.
Le azioni assegnate ai primi 6 Comuni confluiranno nella cosiddetta società veicolo, prevista dalla legge regionale, che fungerà da struttura unica di indirizzo e controllo. Attraverso questo organismo, i sindaci eserciteranno il controllo analogo congiunto sulla società, superando il precedente assetto che vedeva la Regione titolare del 100% delle quote. Il nuovo modello consentirà una gestione condivisa, fondata su un sistema di governance che tiene conto delle diverse fasce di popolazione, garantendo equilibrio tra Comuni di dimensioni differenti.
A supporto di questa scelta, l’Autorità Idrica Pugliese ha condotto un’analisi tecnica approfondita, mettendo a confronto il modello in house con lo scenario di una gara pubblica simulata. Dallo studio è emerso che il controllo diretto da parte dei Comuni rappresenta la soluzione più efficace ed efficiente per la tutela e la gestione della risorsa idrica. Un risultato maturato attraverso un confronto costante con gli amministratori locali e un’attività di benchmarking con esperienze nazionali e internazionali.
Nel commentare la firma dell’accordo, il presidente Michele Emiliano ha sottolineato come l’operazione consenta di mettere definitivamente in sicurezza Acquedotto Pugliese, preservandone la natura interamente pubblica e dando concreta attuazione ai principi espressi dal referendum sull’acqua. Emiliano ha evidenziato il contributo istituzionale che ha reso possibile il percorso e ha rimarcato il valore simbolico e sostanziale di un risultato che permetterà ai sindaci pugliesi di rappresentare i cittadini come comproprietari del più grande acquedotto d’Europa.
Sulla stessa linea l’intervento del presidente dell’Autorità Idrica Pugliese, Gianluca Vurchio, che ha definito il passaggio odierno come l’avvio di una nuova fase per l’acqua pubblica in Puglia. Secondo Vurchio, il modello elaborato garantisce continuità operativa ad Acquedotto Pugliese e restituisce ai Comuni e ai cittadini un ruolo centrale nelle decisioni su un bene primario, grazie anche alla scelta dei primi 6 enti locali che hanno aderito al percorso.
L’atto firmato martedì 30 dicembre dà il via a un processo graduale che coinvolgerà progressivamente tutti i Comuni pugliesi, chiamati a completare nei prossimi mesi l’iter deliberativo previsto. Dal 1° gennaio 2026 il nuovo modello di gestione entrerà pienamente in funzione, sancendo il passaggio da un controllo regionale centralizzato a una gestione condivisa, territoriale e partecipata della risorsa idrica.
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