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Bari

Vlora, 34 anni dopo: ricordato l’arrivo dei 20.000 profughi albanesi. Le foto

Cerimonie, testimonianze e nuovi cittadini italiani per onorare il legame con l’Albania. Leccese: “Accogliere è parte della nostra identità. A Bari nessuno è straniero”

BARI – Sono trascorsi 34 anni dall’8 agosto 1991, giorno in cui la motonave Vlora attraccò nel porto di Bari con a bordo 20.000 profughi albanesi, affamati, stremati, alla ricerca di un futuro migliore. Un evento che ha segnato in profondità la storia dell’immigrazione in Italia e l’identità stessa del capoluogo pugliese, che oggi ha voluto celebrare quella memoria collettiva con una giornata di appuntamenti ufficiali, testimonianze e gesti simbolici.

Il primo momento si è tenuto nella sala giunta di Palazzo di Città, dove Daniela e Astrit Nasufi, residenti a Bari da anni, hanno giurato per acquisire la cittadinanza italiana, alla presenza del sindaco Vito Leccese. La coppia, che ha costruito qui la propria vita e cresciuto il figlio Daniel, ha ricevuto l’abbraccio simbolico della comunità proprio nel giorno in cui festeggia 22 anni di matrimonio. “Oggi – ha commentato Leccese – si chiude un cerchio: Daniela e Astrit arrivarono a Bari pochi anni dopo l’approdo della Vlora, e diventano ora italiani a tutti gli effetti. La loro storia parla di sacrifici, lavoro e integrazione autentica, senza mai dimenticare le proprie radici albanesi”.

In collegamento da remoto, il sindaco di Valona, Ermal Dredha, ha confermato la volontà della sua città di procedere con il gemellaggio ufficiale con Bari, auspicando il rafforzamento della cooperazione culturale, istituzionale ed economica. “I nostri popoli – ha detto – sono uniti da una storia comune che guarda con fiducia al futuro e alla pace”. La data della firma del gemellaggio sarà comunicata a breve.

Nel cuore delle celebrazioni anche i rappresentanti delle comunità arbëreshë, testimonianza vivente di un legame con l’Albania che affonda le radici in oltre 500 anni di storia. Hanno risposto all’invito del sindaco Leccese Noè Andreano, primo cittadino di Casalvecchio di Puglia, Michele De Lucia, vicesindaco di Chieuti, e Marzio Altimari, consigliere comunale di San Basile in Calabria. “Con loro – ha spiegato Leccese – vogliamo rinsaldare un’alleanza che valorizzi tradizioni, lingua e identità, alimentando un sentimento di fratellanza che travalica i confini”.

Uno dei momenti più toccanti si è svolto in sala consiliare, con il ricordo di Enrico Dalfino, il sindaco che nel 1991 scelse di gestire l’arrivo della Vlora come un’emergenza umanitaria e non come una questione di ordine pubblico, come invece optò il governo dell’epoca. “Dalfino – ha ricordato Leccese – è stato un grande sindaco e un uomo di profonda umanità. Lo Statuto comunale che portò a termine rispecchia ancora oggi i valori di accoglienza, solidarietà e apertura. Per lui, e per noi, nessuno a Bari è straniero”. Quella sua celebre frase – “Sono persone. Sono persone disperate. Non possono essere respinte, noi siamo la loro unica speranza” – è rimasta incisa nella memoria della città.

Un ricordo che ha preso voce anche attraverso Giuseppe Dalfino, figlio dell’ex sindaco, che ha sottolineato quanto la figura paterna fosse amata, concreta e profondamente segnata da quei giorni. “L’installazione artistica di Jasmine Pignatelli, intitolata ‘Sono persone’, ha restituito alla nostra famiglia e alla città la giusta prospettiva di quanto accadde”, ha dichiarato.

Alla cerimonia hanno preso parte anche il viceconsole albanese Artur Bardhi, la funzionaria Albana Tare, e alcuni testimoni diretti dell’approdo, tra cui Eva Meksi, che nel 1991 era tra i profughi sulla Vlora, e Duli Caja, autore dell’arazzo che oggi racconta quell’approdo nella sala giunta di Palazzo di Città.

Nel pomeriggio, alle 18.30, si è svolta una cerimonia commemorativa in largo “Sono persone 8-8-1991”, nel quartiere San Girolamo. Presenti il sindaco, le autorità civili e i familiari di Enrico Dalfino. Tra gli interventi, anche quello di Rossana Lattanzio, in rappresentanza del gruppo di medici specializzandi in Malattie Infettive del Policlinico di Bari, volontari impegnati oggi a Lampedusa nell’accoglienza dei migranti.

Una giornata intensa, attraversata dal filo rosso dell’umanità. Un valore che Bari ha saputo incarnare allora e che oggi ribadisce con forza, ponendosi ancora una volta come simbolo di accoglienza e speranza nel Mediterraneo.

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