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Il futuro della siderurgia
20 Novembre 2024 - 09:00
«Sono pochi i prodotti che hanno avuto un successo così limitato come l’acciaio verde. È scomodo da dire, ma gli investimenti devono stare in piedi da soli e non perché lo impone il legislatore, ed è esattamente quello che stiamo vedendo anche con le scarse vendite delle vetture elettriche». Parole significative, quelle pronunciate dal CEO di San Polo Lamiere, Tommaso Sandrini, nel corso della tavola rotonda di "Bilanci d’Acciaio 2024", la manifestazione organizzata da Siderweb.
Un momento della tavola rotonda
L'occasione per indagare il sentiment degli operatori siderurgici mentre si va chiudendo un anno influenzato da diverse criticità, geopolitiche e congiunturali, e con prezzi in calo per buona parte dell’anno. Alla tavola rotonda hanno partecipato Barbara Beltrame (vicepresidente di AFV Beltrame Group), Roberto de Miranda (membro del comitato esecutivo di ORI Martin) oltre allo stesso Sandrini, moderati da Emanuele Norsa, coordinatore contenuti di Siderweb.
Secondo Roberto de Miranda per il settore degli acciai speciali, che hanno nell’automotive il proprio principale mercato di sbocco, «la prima parte dell’anno ha avuto una domanda buona rispetto al 2023 e, in generale, agli anni post-Covid. Invece, a partire dalla seconda parte del 2024 abbiamo assistito a un forte calo degli ordinativi. Normalmente, nel nostro comparto siamo abituati ad avere commesse profonde, cioè attorno ai sei mesi. Non vediamo oggi una ripresa di questi ordini e non abbiamo visibilità sul prossimo anno. Non capiamo quando potrà esserci una ripresa perché, rispetto al passato, ci sono troppi fattori esogeni che influenzano il mercato».
Una delle principali scelte europee che stanno rallentando il settore è l’orizzonte 2035 per lo stop alla produzione di motori a scoppio: «I problemi legati a questa decisione li stiamo vedendo già ora e le prime conseguenza arriveranno nel 2025, quando saranno imposte multe per chi sforerà le soglie emissive stabilite dalle auto prodotte. Questo andrà a rallentare un mercato dell’auto già frenato», ha detto de Miranda. Un elemento di positività però è intravisto nel consumo apparente: «Sono ottimista perché a valle rispetto a ORI Martin sono quasi vuoti e, quindi, dovessero arrivare segnali di ripresa, sono certo che tornerà anche la vivacità del mercato».
Per quanto riguarda il settore dei prodotti piani, come ha spiegato proprio Tommaso Sandrini, «c’è stato un calo dei volumi e sul 2025 non si intravede, ad oggi, alcuna forma di recupero. In questo momento, siamo difronte ad un problema preciso: un calo, continuativo e di lungo periodo del consumo reale di acciaio in Europa, ovvero stiamo spegnendo i settori industriali e dobbiamo capire perché. Assistiamo a cali demografici significativi, minori investimenti in tecnologie, una governance europea che si sta rivelando inadeguata. Questo quadro ci preoccupa».
Un momento della tavola rotonda
Incognite che Sandrini rileva anche per quanto riguarda il green steel: «Sono pochi i prodotti che hanno avuto un successo così limitato come l’acciaio verde. È scomodo da dire, ma gli investimenti devono stare in piedi da soli e non perché lo impone il legislatore, ed è esattamente quello che stiamo vedendo anche con le scarse vendite delle vetture elettriche», ha continuato Sandrini. Per affrontare un futuro fatto di «richieste veloci e frammentate dovremo essere capaci di essere reattivi, tempestivi, nonché più efficienti, intervenendo sui processi». Inoltre, poiché «cambierà il contesto regolatorio di approvvigionamento, il livello di regionalizzazione nel 2025 diventerà enormemente più spinto. L'import avrà un ruolo marginale», ha concluso CEO di San Polo Lamiere.
Per il mondo dei prodotti lunghi, ha detto Barbara Beltrame, «i problemi del 2024 sono gli stessi che hanno influenzato l’andamento degli altri settori siderurgici. Il 2025 non sarà facile perché molte delle problematiche non sono dovuti a scelte fatte da noi, ma le abbiamo subite. Dobbiamo spingere e fare pressione in Europa affinché si cambino alcune decisioni, si faccia blocco comune per affrontare le sfide e le crisi internazionali. L’Unione europea deve agire il prima possibile per riuscire a salvaguardare e a mantenere sana e viva la sua industria».
Per Beltrame, servirà puntare su nuove tecnologie, essere sempre aggiornati, anche per ampliare la gamma di prodotti e riuscire a soddisfare in ogni momento il cliente». In quest'ottica, il gruppo vicentino sta «installando una colata continua di produzione bramme da 300.000 tonnellate annue in Italia». Impianto che, «se funzionasse, ci piacerebbe portare anche in Francia. Già qui in Italia abbiamo avuto un ottimo riscontro dai nostri clienti, che ci stanno chiedendo materiale. Speriamo di riuscire a soddisfare le richieste a partire dall'inizio del 2025», ha concluso la vicepresidente di AFV Beltrame Group.
Il 2023 è stato un anno di rallentamento per la siderurgia italiana, reduce da un “biennio magico” che le aveva permesso di rafforzare la propria situazione economica complessiva. I bilanci chiusi allo scorso 31 dicembre mostrano una situazione che riflette la generale frenata dell’economia: ridimensionamento dei ricavi (-15%), del valore aggiunto (-18,7%) e del valore della produzione. Questi risultati si collocano in un contesto economico di calo della produzione di acciaio, che in Italia è stato del 2,5%, quindi inferiore a quello dell’Ue (-7,4%). In contrazione anche il consumo apparente (-6,3%); in decrescita le importazioni; stabili le esportazioni e i livelli di occupazione.
È quanto è emerso dall’analisi “Bilanci d’Acciaio 2024”, il principale studio di Siderweb che indaga in chiave strategica e prospettica i risultati economico-finanziari della filiera siderurgica, attraverso la lettura e l’interpretazione dei dati dei bilanci di esercizio del triennio 2021-23. Giunto alla sedicesima edizione, lo studio è realizzato in collaborazione con i professori Claudio Teodori e Cristian Carini dell’Università degli Studi di Brescia ed è sponsorizzato da BPER Banca e Regesta Group. L’analisi riguarda i bilanci di 1.757 imprese di produzione, prima trasformazione, centri servizio e distribuzione di acciaio.
Paolo Morandi
«Il mercato dell’acciaio, dopo due anni molto buoni, subisce il calo dei consumi. Bilanci d’Acciaio 2024 – ha sottolineato l’amministratore delegato di Siderweb, Paolo Morandi - è un evento siderweb che ci permette di fare un punto, di fotografare il presente e di pensare al futuro. Il 2023 è stato un anno di transizione e il 2024 si preannuncia molto complicato, con gli ordini interni in diminuzione così come l’export, e con la produzione industriale in forte rallentamento, con un conseguente calo dei fatturati per le imprese del nostro settore. Rispetto a queste dinamiche dovremo comprendere quanto ci sia di congiunturale, che riguarda la normale volatilità di domanda e prezzi, e quanto invece ci sia di strutturale».
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