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La Legge di Bilancio in Consiglio dei Ministri

Obiettivo: porre attenzione su redditi e pensioni basse

Legge di Bilancio

Legge di Bilancio

È il momento dell’anno atteso per conoscere cosa il Governo della Repubblica intenderà fare rispetto alla vita fiscale dei cittadini nell’anno successivo, quello della preparazione della legge di bilancio.

Per il Governo Meloni si tratta nei fatti della prima Legge di Bilancio ad esercizio pieno, considerando che nello scorso anno, il suo Governo è entrato in corsa rispetto al lavoro svolto in precedenza dal Governo Draghi. Le premesse che regoleranno l’impianto normativo del fisco e degli incentivi per il prossimo anno entra in un quadro internazionale complesso tra Guerra in Ucraina ed il nuovo fronte mediorientale. Si tratta di fatti che incidono non poco su bilancio dello Stato per gli impegni che la Nazione ha nell’ambito di contesti sovranazionali. Dopo l’approvazione della legge di bilancio nel Consiglio dei Ministri, inizierà l’iter parlamentare.

L’orientamento generale del Governo è porre attenzione su redditi e pensioni basse per contrastare gli effetti dell’inflazione, proseguire nella riduzione delle tasse su stipendi e pensioni tagliando il cuneo fiscale e contributivo e cercare di anticipare quanto più possibile l’entrata in vigore della riforma dell’IRPEF. La riforma dell’imposta sui redditi delle persone fisiche infatti è parte della più complessa Delega Fiscale i cui lavori sono in corso. All’interno di essa sono previste delle misure di incentivazione per la famiglia, il sostegno alla natalità e per le donne lavoratrici, risorse per il comparto della sanità ed il rinnovo dei contratti del pubblico impiego già scaduti. Le proposte messe in campo dal Governo e comunicate alle parti sociali non convincono tuttavia tutte le sigle sindacali. Il ministro Giorgetti comunica che saranno 5 i miliardi messi a disposizione per il rinnovo del contratto del pubblico impiego a sostegno della lotta all’inflazione.

Dovrebbero essere raccolti con l’extra deficit consentito dalla UE. Per CISL, che a margine dell’incontro tenutosi qualche giorno fa, attraverso le parole del segretario Sbarra, ha espresso apprezzamento per l’impianto normativo generale che verrà, ci sarebbero le condizioni per recepire molte delle proposte e delle priorità sottoposte dal sindacato al Governo, in particolare la proroga per tutto il 2024 del taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti e l’indicizzazione delle pensioni all’inflazione, che si chiede di prorogare. CGIL, nelle parole del segretario Ferrari si dice piuttosto critica, la manovra sarebbe troppo austera ed inadeguata ad affrontare la crisi sociale del Paese. Anche la proposta del rinnovo del contratto dei lavoratori pubblici a 5 miliardi di impegno sul bilancio dello Stato sembrerebbe adeguato a contrastare gli effetti dell’inflazione. Anche la UIL si dice piuttosto critica perché le somme stanziate sulla sanità, 3 miliardi di euro, non sarebbero sufficienti a sostenere una crisi di funzionamento del servizio sanitario nazionale che ha forti criticità in tutte le regioni italiane. Il Segretario Proietti rimarca che sulla previdenza il governo rimane troppo prudente, in particolare per quanto attiene l’adeguata rivalutazione delle pensioni, la conferma di Quota 103 e quella di Opzione Donna.

Sull’incontro pesa anche l’intervento del Presidente dell’Ance nazionale, Federica Brancaccio che la confederazione delle imprese del settore edile attende aperture sul Superbonus quantomeno per garantire a cittadini e imprenditori di portare a termine lavori iniziati e rimasti incompiuti. Altro aspetto richiesto da ANCE riguarda la proroga delle misure messe in campo dal Governo nella lotta al caro materiali, i cui prezzi sono schizzati alle stelle nel corso degli ultimi due anni. Se il Governo decidesse di non intervenire nei prossimi mesi, dopo il 31 dicembre ci potrebbe essere il rischio di fermo dei cantieri perché il costo delle materie prime sarebbe insopportabile. Una luce di speranza rinviene comunque dalle parole del Sottosegretario Leo che certifica l’intenzione del Governo di portare a compimento quanto prima le misure di riforma fiscale per cittadini e imprese.

Si partirà dalla global minimum tax che dovrà tassare i profitti di imprese che fanno enormi margini in Italia ma risiedono fiscalmente all’estero, poi si passerà alla riforma IRPEF con la riduzione delle aliquote e la riduzione dell’IRES in caso di investimenti qualificati e assunzioni. Lo spazio disponibile nel bilancio dello stato tuttavia resta di circa 22 miliardi di euro a disposizione, di cui 15,7 derivanti da deficit che dovrebbero essere divisi come segue: circa 9 miliardi per il taglio del cuneo, 4 miliardi per la rimodulazione dell’IRPEF, 5 miliardi per i contratti della Pubblica Amministrazione, 3 miliardi per la Sanità ed 1 miliardo per gli interventi per le famiglie. Altri spazi di intervento non ci sarebbero. Sul campo pesa l’impegno internazionale italiano e gli scenari della nuova crisi mediorientale che inciderà probabilmente tanto sulle spese militari quanto sul costo dell’energia. Tema che resta francamente ancora irrisolto ormai da oltre due anni.

Francesco Andrea Falcone
Dottore Commercialista - Revisore Legale

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