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Sanità

Aborto, in Puglia l'80% dei ginecologi è obiettore

Lopalco (Pd): «Situazione insostenibile»

Michele Emiliano e Pier Luigi Lopalco

Michele Emiliano e Pier Luigi Lopalco

In merito all’accesso ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza, in Puglia su un totale di 738 ginecologi in organico nelle strutture pubbliche e private, 593 si dichiarano obiettori di coscienza, per una percentuale dell’80%. I dati forniti dal Dipartimento Salute della Regione sono divulgati dal consigliere regionale del Partito Democratico, Pierluigi Lopalco, che parla di «una situazione che in molte strutture si traduce in un drammatico vuoto di garanzia dei diritti sanciti dalla legge. A dimostrazione che nella nostra regione questo diritto è messo seriamente in pericolo».

Per Lopalco, che è stato assessore regionale alla Sanità nel drammatico periodo della pandemia Covid, «non si tratta solo di numeri. Ma di libertà, di salute e di dignità. La fotografia che ci viene restituita è di una regione in cui il diritto delle donne all’accesso a un servizio essenziale, previsto dalla Legge 194 del 1978, frutto di lunghe e intense battaglie per la libertà di scelta e l’autodeterminazione femminile, resta lettera morta.

A maggio scorso - ricorda - ho depositato in Consiglio regionale una mozione per chiedere la piena attuazione della legge 194/1978 e la tutela dei servizi correlati, proprio per garantire che ogni donna possa esercitare liberamente la propria scelta. Mozione che, spiace constatare, ancora oggi non è stata discussaEppure siamo di fronte ad uno scenario non più accettabile. È urgente e necessario che la Regione Puglia e il Dipartimento Salute si attivino concretamente per assicurare un diritto frutto di lotte e sacrifici di tante donne, garantendo un numero sufficiente di medici non obiettori in ogni struttura».

La richiesta dell'esponente del Pd è che che il Dipartimento alla Salute «garantisca la presenza di ginecologi non obiettori in ogni struttura ospedaliera, così da rispettare i principi di equità e accesso ai servizi; monitori e intervenga concretamente nelle situazioni di emergenza, come quelle evidenziate in ospedali con percentuali di obiezione al 100%, per evitare che la Legge 194 venga disapplicata; metta in atto misure ad hoc, come la creazione di team dedicati, per assicurare un servizio continuativo e garantito».

«Non possiamo permettere» chiosa Lopalco «che si torni indietro di decenni e che conquiste fondamentali vengano vanificate calpestando i principi di uguaglianza e tutela della salute. È il momento di agire, con determinazione e responsabilità, per garantire alle donne pugliesi ciò che la legge ha riconosciuto e che ogni giorno rischia di essere loro negato».

 

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