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Mense ospedaliere
30 Maggio 2024 - 16:00
Un sopralluogo del consigliere regionale Antonio Scalera
«La questione legata alla ristorazione ospedaliera nel Presidio Ospedaliero della città di Taranto ed in quelli della sua provincia non è stata ancora risolta e un centinaio di lavoratori che già si trovano in una situazione lavorativa molto precaria sono con il fiato sospeso, perché temono che questa fase di cambiamento possa rendere ancora più instabile il loro futuro».
Lo afferma Antonio Scalera, consigliere regionale, vice presidente della V Commissione consiliare.
«Alcuni di questi lavoratori, nonostante operino nel settore da circa 30 anni, continuano ad avere contratti part-time a basso reddito e ora dovranno probabilmente anche spostarsi per raggiungere il loro posto di lavoro con gravi ripercussioni su una situazione economica familiare già precaria. Il nuovo centro cottura nella città di Taranto situato nel quartiere Tamburi non è ancora disponibile e c’è il rischio concreto che si possa ricorrere ad altri centri cottura fuori dalla provincia jonica, perché appare ormai molto improbabile che lo stesso possa partire il prossimo 1° giugno, così come preannunciato dalla società Ladisa vincitrice dell’appalto per la Asl di Taranto. A causa della inagibilità della maggior parte delle cucine interne ubicate nei presidi ospedalieri della provincia di Taranto si è ritenuto opportuno lasciare aperta solo quella del Presidio San Pio di Castellaneta e di chiudere, invece, quelle del Ss. Annunziata di Taranto, di Grottaglie e Martina Franca. Tra l’altro - prosegue Scalera - l’avvio del nuovo appalto richiede un preventivo confronto con i sindacati per definire le clausole sociali atte a salvaguardare l’occupazione e i diritti dei lavoratori, anche se tra tutte le soluzioni, sarebbe auspicabile quella della internalizzazione del servizio ristorazione, che rappresenterebbe una boccata di ossigeno per l’economia e l’occupazione locale, che assicurerebbe sostegno alle aziende e metterebbe al primo posto la salute, il cibo sano e la sostenibilità».
«Per tutte queste ragioni - ha concluso il consigliere regionale Antonio Scalera - ho inoltrato nella giornata di mercoledì 29 maggio, una richiesta di audizione urgente al Presidente della III Commissione Sanità chiedendo che vengano auditi l’assessore regionale alla Sanità, il Direttore Generale dell’Asl di Taranto, la Società Ladisa, i rappresentanti sindacali e il sindacato di base USB per sapere quali provvedimenti si intendono adottare per tutelare il futuro dei lavoratori e la qualità del cibo distribuito, in quanto non si può sottovalutare quanto un buon cibo rappresenti un ‘fattore di cura’».
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