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Il Siderurgico
30 Aprile 2024 - 06:15
L'ex Ilva
Una previsione di sei milioni di tonnellate di acciaio entro il 2025, con il possibile riavvio degli altoforni 1 e 2, fermi rispettivamente da luglio 2023 e gennaio 2024. Sullo sfondo, la riduzione della produzione a carbone, compensata dai futuribili forni elettrici.
Già prima dell’incontro di ieri con i sindacati dal governo erano filtrati alcuni punti fondamentali del piano industriale a cui hanno lavorato i tre commissari straordinari Giancarlo Quaranta, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli per la “nuova Ilva”, destinata a passare dalla gestione commissariale ad un nuovo soggetto privato che dovrà collaborare con lo Stato. Resta però un nodo da sciogliere, e che nodo: quello delle risorse - i soldi - che saranno effettivamente disponibili per dare un futuro, o almeno provare a darlo, allo stabilimento siderurgico di Taranto ed agli altri impianti di Acciaierie d’Italia oggi in amministrazione straordinaria. Inutile sottolineare quanto questo “nodo” sia assolutamente cruciale. Al momento ci sono soltanto i 150 milioni arrivati da Ilva in amministrazione straordinaria grazie al decreto Pnrr. Per i 320 milioni dell’annunciatissimo prestito ponte si attende il disco verde dell’Unione Europea; ma si tratta di cifre che comunque non bastano. Considerando che per una ripartenza della fabbrica tarantina difficilmente ci vorrà meno di un miliardo, restano da trovare oltre cinquecento milioni di euro.
Ad ogni buon conto, sabato il commissario Quaranta, ospite della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia tenutasi a Pescara, ha ribadito che «per il sistema Paese italiano l’acciaio è fondamentale» sottolineando come «la criticità è che abbiamo bisogno di molto più acciaio prodotto da altoforno». Il commissario ha ricordato come l’Italia produca 21 tonnellate di acciaio all’anno ma solo il 15% da altoforno e, secondo uno studio di Cdp, importa circa 10 milioni di tonnellate ogni anno. Tra i punti di forza dell’industria italiana dell’acciaio, Quaranta ha indicato il fatto che lo stabilimento di Taranto è «l’unico a livello europeo adeguato alle BAT Conclusion della Commissione Ue» evidenziando anche come la siderurgia elettrica abbia raggiunto «risultati fantastici».
A margine della conferenza programmatica aveva parlato dell’ex Ilva anche il ministro delle Imprese, Adolfo Urso: «Lunedì abbiamo diverse riunioni convocate a Palazzo Chigi con i sindacati, a partire da quella in merito allo sviluppo del risanamento e rilancio degli stabilimenti dell’ex Ilva: in quella sede presenteremo il piano industriale e finanziario per il rilancio dello stabilimento. Sono convinto - ha aggiunto - che saremo in condizioni già quest’anno di delineare un piano di rilancio della siderurgia italiana, che è a base dell’industria manufatturiera del nostro Paese».
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