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Sanità
03 Ottobre 2023 - 12:20
Emiliano Messina
All’orizzonte ci sono «mesi duri», con «forti tagli che metteranno a rischio la sicurezza delle cure dei cittadini pugliesi». Un vero e proprio grido d’allarme, quello lanciato da Emiliano Messina, segretario della Fials Taranto, a seguito di quella che vene definita la «stretta sui conti della sanità pugliese».
«Sono continue e diversificate le disposizioni che giungono ai Direttori Generali da parte del Dipartimento regionale alla Salute, che cambiano le carte in tavola da un giorno all’altro» aggiunge Messina, segretario tarantino della Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità, per il quale in Puglia su questo «si vive alla giornata. L’ultima disposizione emanata dalla Regione alle Aziende sanitarie sulla proroga dei contratti a termine si pone in controtendenza rispetto a quella trasmessa lo scorso 11 settembre, determinando un quadro schizofrenico che mette a rischio l’organizzazione dei reparti di degenza che fino all’ultimo giorno non sanno quale sarà la composizione degli organici per le settimane successive con seria difficoltà nella predisposizione dei turni di servizio. Abbiamo lavoratori che vivono nel limbo e nella totale incertezza sul futuro nonostante i reparti di degenza versino in grave sofferenza per la carenza di personale».
Un’assenza di personale che potrebbe rappresentare un grande problema anche per il nuovo ospedale di Taranto, il San Cataldo in costruzione sulla via per San Giorgio Jonico: «Dove reperiremo le risorse per assumere personale per gli oltre 700 posti del nuovo San Cataldo? Così come sarà un sogno tutta la missione 6 del Pnrr e quindi le Case di comunità, gli Ospedali di Comunità e l’infermiere di famiglia e di comunità. I prossimi anni - continua Messina - saranno caratterizzati dall’impossibilità di assumere personale, soprattutto infermieri e oss, gli operatori sociosanitari. Sarà sostituito solo il personale che andrà in pensione tra il primo settembre 2023 e il 31 dicembre 2024 - chiarisce Messina – le stabilizzazioni che sono previste nel piano assunzionale 2023/2024 non risolvono i problemi della carenza di personale in quanto si tratta di personale che già è parte integrante della Asl Taranto».
Proprio nel territorio ionico si vivono particolari criticità: «A Taranto viviamo anche un problema legato alla fornitura di materiale per l’assistenza e per i servizi igienici, il personale è costretto a portarsi da casa addirittura la carta igienica o altro materiale per l’assistenza ai pazienti» sottolinea Emiliano Messina rimarcando come «oramai le Aziende sanitarie sono di fatto “commissariate” dalla Regione, i Direttori generali sono privi di autonomia organizzativa e gestionale, lo percepiamo tutte le volte abbiamo confronti con la Asl Taranto costretta al solito monologo “attendiamo disposizioni o autorizzazioni dalla Regione”. Siamo seriamente preoccupati anche sull’applicazione delle innovazioni previste dal contratto nazionale per la valorizzazione del personale attraverso il sistema degli incarichi – ancora parole del segretario Fials – i fondi per gli incarichi sono elementi contrattuali che non gravano sul bilancio regionale, per questo diffideremo la Regione dal porre veti o blocchi alla valorizzazione del personale sanitario. Non solo niente assunzioni nelle aziende sanitarie, ma anche niente riconoscimento della mensa o dei buoni pasto, niente assunzioni in Sanitaservice e anche qui niente mensa o buoni pasto nonostante nel contratto della sanità privata la mensa sia un obbligo contrattuale, per questo non staremo con le mani in mano e siamo pronti ad aprire una vertenza con una mobilitazione senza precedenti».
A chiedere «chiarezza» anche il consigliere regionale Massimiliano Stellato (Italia Viva) per il quale «l'incertezza sulle proroghe del personale Asl, unita alla carenza strutturale di medici, infermieri ed oss, a Taranto e nel resto della regionale stanno provocando disagi nell'organizzazione del lavoro e nell'erogazione del servizio pubblico di salute».
«Condivido la necessità di contenere la spesa di farmaci e dispositivi medici. Al contempo, però, ritengo che su una questione così delicata l’approccio non possa e non debba limitarsi al solo aspetto ragionieristico. Farlo vorrebbe dire rischiare di non investire su farmaci a prima vista costosi in grado però, nel medio e lungo termine, di contribuire a contenere le spese future. Serve un approccio diverso, più orientato alla salvaguardia della salute che alla ricerca del mero contenimento della spesa» è quanto dichiara il consigliere regionale del Pd Pier Luigi Lopalco intervenuto in Commissione Sanità.
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