Si deve al poeta e scrittore Giosuè Carducci la nascita della Società Dante Alighieri nel 1889: proprio in quell’anno egli ispirò Manifesto rivolto agli Italiani, materialmente redatto da Giuseppe Chiarini, con cui ci si proponeva di dare compiutezza all’unità nazionale, proclamata nel 1861. Il Manifesto fu firmato da 159 personalità della vita culturale e politica italiana, indipendentemente dalla fede religiosa e dal credo politico, che davano prestigio al nostro Paese e lo proiettavano in una dimensione europea. Lo scopo era quello di istituire un organismo capace “di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana”. Questo organismo prese il nome di Società Dante Alighieri e proprio nel nome del Sommo Poeta si è compiuta l’unità linguistica e, conseguentemente, politica dell’Italia; quel progetto, come disse il Presidente Ciampi nel discorso pronunciato nel 2004 per la consegna dei diplomi della “Dante” agli studenti stranieri, seppe suscitare “una coscienza e un progetto nazionali”. Tra i firmatari del Manifesto mi piace ricordare, oltre al Carducci e al Chiarini, alcuni nomi eminenti : Graziadio Isaia Ascoli, il nostro Pietro D’Ayala Valva, Ruggiero Bonghi, Felice Cavallotti, Giovanni Faldella, Menotti Garibaldi (figlio del patriota Giuseppe), Matteo Imbriani, etc. Giosue Carducci, inaugurando a Bologna nel 1890 il Comitato locale, commentava così il “Manifesto” : “La Dante Alighieri non è né letteraria né politica, ma è qualche cosa di più nobile e di più alto : è una società nazionale che raccoglie tutti i partiti, che si propone non di aggredire alcuno, ma difendere ciò che è il nostro patrimonio più caro e la nostra speranza, la lingua e il sentimento della nazionalità italiana”. La storia della Società è intimamente legata all’identità italiana e allo spirito nazionalistico del periodo postrisorgimentale. Nella Prima guerra mondiale la Dante si schierò attivamente a favore dell’intervento e si attestò nel Ventennio sulle posizioni politico-culturali degli Istituti fascisti di cultura. Solo nel dopoguerra si scrollò di dosso queste eredità e si adoperò con vigore alla promozione del patrimonio culturale italiano in Italia e nel mondo. Oggi la Società Dante Alighieri continua la sua benemerita opera di tutela e diffusione della lingua e cultura italiane, organizzando convegni, incontri, corsi di formazione, scambi culturali etc. Il Presidente è Andrea Riccardi, docente di storia contemporanea presso l’università di Roma Tre e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che ha avuto un ruolo di mediazione in diversi conflitti e ha contribuito al raggiungimento della pace in alcuni Paesi, tra cui il Mozambico, il Guatemala, la Costa d’Avorio e la Guinea. La Dante, come si dice ormai sinteticamente, conta oltre 500 comitati in tutto il mondo e più di 100 nella sola Italia. Molto attivi quelli della Svizzera, del Belgio, della Svezia, della Russia.
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