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Bari
20 Dicembre 2025 - 06:29
Aula scolastica
BARI - Il fenomeno delle cosiddette classi-pollaio non può più essere archiviato come una difficoltà organizzativa, ma rappresenta una vera e propria compressione dei diritti fondamentali di studenti e lavoratori della scuola. A sostenerlo è il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, che torna a denunciare con forza una situazione definita ormai strutturale.
Aule affollate oltre misura, spazi non adeguati e numeri difficilmente gestibili sono, secondo il Coordinamento, il risultato di scelte che negli anni hanno trasformato l’emergenza in normalità. In queste condizioni, viene evidenziato, la scuola rischia di perdere la propria funzione educativa e costituzionale, riducendosi a un sistema di mera gestione numerica, a scapito dell’attenzione alla persona, dell’inclusione e della sicurezza.
Il quadro normativo, sottolinea il CNDDU, è già presente ma viene frequentemente forzato nella sua applicazione. Il DPR 81 del 2009, che regola la formazione delle classi, consente deroghe entro il limite del 10% solo come strumento eccezionale. Nella pratica, però, tali deroghe sarebbero diventate una prassi ordinaria, snaturando lo spirito della norma. A ciò si affiancano le disposizioni del D.Lgs. 81 del 2008 e della normativa antincendio per l’edilizia scolastica, che impongono la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di studio e di lavoro, fissando limiti di affollamento e criteri di valutazione del rischio.
In particolare, viene richiamata la regola tecnica antincendio che individua in 26 persone per aula un valore massimo di riferimento. Un limite che, secondo il Coordinamento, dovrebbe rappresentare una soglia di sicurezza invalicabile e non un obiettivo da raggiungere sistematicamente. Ogni classe sovraffollata, viene ribadito, costituisce un fattore di rischio e una lesione della dignità educativa.
Alla luce di questo quadro, il CNDDU ha sottoposto al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara la proposta di un Protocollo nazionale per le classi dignitose. La richiesta parte dalla necessità di interrompere la normalizzazione delle deroghe numeriche, che dovrebbero tornare a essere realmente eccezionali, motivate puntualmente e subordinate alla ricerca di soluzioni alternative come sdoppiamenti o utilizzo di spazi aggiuntivi.
Il Coordinamento propone inoltre l’introduzione di una soglia nazionale di qualità, individuata in 18 alunni per classe, come standard didattico, relazionale e inclusivo da perseguire progressivamente su tutto il territorio nazionale. In presenza di alunni con disabilità, bisogni educativi speciali o in contesti socialmente fragili, viene indicata la necessità di ulteriori riduzioni per rendere effettivo il principio di inclusione.
Altro punto centrale riguarda l’integrazione tra numero di studenti e spazio fisico disponibile. La formazione delle classi, secondo il CNDDU, dovrebbe basarsi su criteri che tengano conto non solo degli alunni iscritti, ma anche della metratura reale delle aule, delle condizioni di sicurezza e della valutazione del rischio, superando una logica esclusivamente contabile.
In una prospettiva di medio periodo, il Coordinamento chiede l’aggiornamento del DPR 81 del 2009, introducendo in modo strutturale il parametro del rapporto tra numero di alunni e spazio disponibile, e l’istituzione di un fondo nazionale vincolato per consentire sdoppiamenti nelle situazioni più critiche.
«Le classi pollaio non sono un problema tecnico, ma una questione di diritti umani e di civiltà giuridica», ribadisce il CNDDU. Accettarle come normalità significherebbe rinunciare alla funzione costituzionale della scuola pubblica e tradire il principio di uguaglianza sostanziale. Il diritto all’istruzione, conclude il Coordinamento presieduto dal professor Romano Pesavento, non può essere esercitato in condizioni di sovraffollamento, rumore e rischio, perché la dignità non è una variabile organizzativa, ma il fondamento della scuola democratica.
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