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Taranto
10 Dicembre 2025 - 11:04
L'ex Ilva
TARANTO - Restano 4.450 gli addetti dell’ex Ilva in cassa integrazione, mentre altri 701 saranno coinvolti in percorsi di formazione. È il quadro delineato dal commissario straordinario di Acciaierie d’Italia Giancarlo Quaranta durante l’audizione di ieri in Commissione Industria al Senato, in cui ha illustrato la situazione occupazionale e le difficoltà legate al processo di cessione del gruppo siderurgico.
Il commissario ha spiegato che il personale non coinvolto negli ammortizzatori sociali sarà destinato alle attività necessarie alla gestione della produzione nei diversi stabilimenti. Ma la parte più significativa del suo intervento ha riguardato la revisione del bando di gara per la vendita dell’azienda, resa inevitabile da “cambiamenti sostanziali” intervenuti negli ultimi mesi.
Quaranta ha ricordato che il primo bando si basava sulla possibilità di produrre 8 milioni di tonnellate nel 2024, mentre oggi le proiezioni realistiche parlano di 6 milioni di tonnellate nel 2025. Una variazione rilevante che ha inciso direttamente sulla sostenibilità industriale e finanziaria della procedura.
A questo si è aggiunta la richiesta delle autorità locali di una totale decarbonizzazione nel nuovo bando, condizione che impone la realizzazione di tre forni elettrici per raggiungere l’obiettivo produttivo di 6 milioni di tonnellate. Secondo il commissario, per le società interessate “immaginare di gestire una trasformazione di tali dimensioni” ha rappresentato un ostacolo notevole, aggravato dai limiti posti alla disponibilità del gas, vincolata alla sola fornitura on shore.
«Queste due informazioni, estremamente importanti e diverse rispetto al primo bando, ci hanno costretto a intervenire», ha dichiarato Quaranta, sottolineando che il mutato contesto ha determinato un allungamento dei tempi della gara e il ritiro di alcuni soggetti che avevano inizialmente presentato manifestazioni di interesse. «Sono venuti meno presupposti fondamentali», ha concluso.
Il commissario ha ribadito che il lavoro prosegue, ma le nuove condizioni impongono una revisione complessiva della strategia industriale, in un momento cruciale per il futuro dello stabilimento di Taranto e dell’intero polo siderurgico nazionale.
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