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Martina Franca
04 Dicembre 2025 - 14:53
Il tribunale di Taranto
MARTINA FRANCA - È stato notificato oggi il provvedimento con cui la Procura della Repubblica di Taranto ha disposto il dissequestro delle aree operative e dei beni della IME Calcestruzzi 1976 srl, storica azienda martinese attiva da circa mezzo secolo nel settore dell’estrazione e della produzione di calcestruzzo. Il dispositivo, firmato dal sostituto procuratore Mariano Buccoliero, chiude la fase di fermo avviata nel febbraio 2025.
Il via libera dell’autorità giudiziaria arriva dopo il sopralluogo effettuato il 27 novembre 2025 dalla Capitaneria di Porto di Taranto, in collaborazione con Arpa Puglia, che ha certificato il completamento degli interventi richiesti sul fronte impiantistico e ambientale. Le opere sono state realizzate secondo le prescrizioni normative e sulla base del progetto redatto dall’ingegnere Alessandro Antezza, con direzione lavori affidata all’ingegnere Martino Pastore.
La società, assistita dagli avvocati Enrico Pellegrini e Luigi Palmieri, ha impostato sin dall’inizio una linea difensiva fondata su collaborazione con gli enti di controllo, trasparenza amministrativa e tracciabilità ambientale, elementi che – evidenziano i legali – hanno contribuito alla definizione positiva della vicenda.
A margine della notifica, l’avvocato Pellegrini ha espresso soddisfazione per la conclusione dell’iter, sottolineando come il provvedimento confermi la solidità delle scelte tecniche adottate e riconosca la piena regolarizzazione dell’impianto. Il legale ha rimarcato inoltre l’atteggiamento equilibrato e rigoroso della Capitaneria, dell’Arpa e della Procura, che prima con il dottor Francesco Ciardo e ora con il dottor Mariano Buccoliero hanno garantito una valutazione improntata ai profili tecnici e ambientali.
Con il dissequestro, la IME Calcestruzzi può procedere immediatamente alla ripresa dell’attività di betonaggio, nel rispetto delle prescrizioni ambientali e regionali, mentre resta in corso l’iter amministrativo per la riattivazione dell’attività estrattiva. La decisione consente inoltre di tutelare gli attuali 19 posti di lavoro, garantendo continuità occupazionale alle famiglie coinvolte.
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