Cerca

Cerca

Taranto

La durissima sferzata della Uil verso la politica locale: "Serve responsabilità, non propaganda". Nel mirino l'amministrazione comunale

Gennaro Oliva: "Non si governa una città raccontandole quel che vorrebbe sentirsi dire: si governa affrontando la realtà, anche quando è dura"

Gennaro Oliva

Gennaro Oliva

"Taranto scivola mentre la politica resta immobile, incastrata in equilibri precari che hanno trasformato Palazzo di Città in un teatro di attese infinite. Gli indicatori demografici, occupazionali e sociali diffusi dall’INPS e dalle ricerche nazionali raccontano una realtà che si assottiglia, un territorio che arretra mentre chi dovrebbe governarlo preferisce evitare il confronto con i problemi reali". È un attacco durissimo quello che viene dal mondo sindacale - in particolare dalla Uil - e che ha come bersaglio la politica locale.

"Da oltre nove mesi, con la caduta dell’amministrazione Melucci il 21 febbraio 2025 e la successiva ascesa della esile maggioranza guidata da Bitetti, l’azione politica si è ridotta a una campagna elettorale permanente – con esponenti politici che addirittura offendono i propri compagni di partito sui social - più attenta agli equilibri interni, precari, che allo stato della città" si legge in una nota.

Dati che fanno paura

Il rapporto INPS 2024 conferma il crollo demografico: nel 2023 il saldo naturale è stato di –2.914, cifra che evidenzia un arretramento ben più pesante del –421 registrato un decennio fa. Le fasce giovani continuano a emigrare, riducendo ulteriormente la capacità produttiva del territorio. A questo declino si affianca la nuova classifica di Italia Oggi 2025, che colloca Taranto al 101° posto su 107 province, in ulteriore peggioramento. In Puglia solo Foggia fa peggio. I punteggi più bassi riguardano ambiente, lavoro e reddito, salute, sicurezza sociale e istruzione, confermando un quadro di fragilità strutturale che si intensifica.

Il mercato del lavoro conferma un affanno profondo: tasso di occupazione al 40,7%, ben lontano dalla media regionale e ancor più da quella nazionale. La disoccupazione supera il 10,5% e l’inattività raggiunge il 54,4%, segno di una rinuncia diffusa alla ricerca di impiego. Mentre aumentano i lavoratori irregolari e le ispezioni calano, cresce anche il peso degli ammortizzatori sociali: Taranto assorbe quasi il 60% della CIG straordinaria pugliese, con un raddoppio delle ore di cassa ordinaria e del Fondo integrazione salariale. La NASPI sale a 24.506 beneficiari. Numeri che descrivono non una crisi momentanea, ma una condizione strutturale di precarietà.

"Quale futuro?"

“Possiamo continuare a raccontarci che Taranto è proiettata nel futuro — dichiara Gennaro Oliva, coordinatore territoriale Uil Taranto — ma i dati dicono l’opposto. Il territorio arretra mentre la politica evita il confronto, preferendo gestire equilibri fragili invece di assumersi responsabilità. Non si governa una città raccontandole quel che vorrebbe sentirsi dire: si governa affrontando la realtà, anche quando è dura. Il cambio di passo con il passato è pressoché impalpabile”.

Crisi industriali permanenti 

"Lo stesso sbilanciamento emerge sul fronte industriale. La vicenda dell’ex Ilva resta sospesa tra rinvii e incertezze, mentre la riconversione degli impianti è rimasta un annuncio. La città continua a pagare un prezzo altissimo in termini di lavoro, ambiente e salute. Le bonifiche procedono a rilento, e la frattura tra ambientalisti e aziendalisti resta un alibi per non decidere.

A pesare - è quanto scritto nel documento - è anche la crisi del porto, dove investitori strategici come Renexia hanno scelto altre destinazioni, nonostante la retorica dell’hub dell’eolico offshore. I fondi del JTF, del CIS e delle bonifiche avrebbero già dovuto delineare una traiettoria alternativa, ma nessun cambio di rotta è stato realmente avviato".

Una città sommersa dai rifiuti 

La situazione rifiuti rappresenta un nuovo capitolo del declino: Kyma Ambiente — l’azienda incaricata del servizio di igiene urbana — si presenta con un debito stimato in circa 43 milioni di euro. Nonostante questo, la raccolta resta inadeguata: cumuli di rifiuti, cassonetti traboccanti, ritardi nella raccolta, aree urbane trasformate in discariche a cielo aperto, segnalate ormai da mesi in più quartieri.

“Una città sommersa dai rifiuti — accusa Oliva — non può chiedere fiducia nel futuro. È paradossale che la prima emergenza — la salute, l’igiene urbana — venga affrontata con lentezza e retorica, mentre da Palazzo di Città si continua a parlare di sviluppo e hub ambientali”.

Il nodo del decoro urbano 

Per il sindacato, si legge ancora, "il fallimento delle promesse su decoro urbano e raccolta differenziata pesa come un macigno sulla credibilità della giunta Bitetti: la città appare meno pulita di ieri, senza alcun segnale di inversione reale. Eppure, per il Comune la narrativa resta quella di una Taranto “in cammino verso il domani”.

“La gente non vuole più pacche sulle spalle — conclude Oliva —. Vuole che la citta venga liberata dall’immondizia, che i debiti vengano onorati, che il servizio torni regolare. Vuole rispetto”.

Astensione, segnale chiaro 

L’astensione delle ultime regionali, con un’affluenza intorno al 40% in provincia, è il sintomo di un rapporto logoro tra cittadini e istituzioni. È la prova di una distanza che cresce ogni giorno e che nessuna narrazione ottimista potrà colmare. Se la politica continuerà a muoversi dentro logiche di sopravvivenza e non di governo, Taranto resterà prigioniera del suo declino.

Uil Taranto lancia un appello: "Basta compromessi, basta propaganda, basta inerzia. Occorre un programma vero, con un tavolo permanente, con misure concrete per lavoro, ambiente, servizi, decoro urbano. Occorre che la politica — soprattutto quella comunale — si assuma responsabilità reali, non si nasconda dietro slogan o emergenze temporanee".

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori