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Elezioni regionali
22 Novembre 2025 - 06:30
Urna elettorale
È il giorno del silenzio. Dopo i fiumi di parole spesi nelle ultime settimane è arrivato lo stop alla competizione elettorale. Oggi, è sabato di silenzio per consentire ai cittadini di meditare su tutto quanto hanno visto, sentito e letto. Domani e lunedì i pugliesi torneranno alle urne per l’attesa sfida che rappresenta un autentico spartiacque politico.
Per l’elettore pugliese l’appuntamento non è solo la scelta del presidente della Regione ma la composizione della nuova classe dirigente che dovrà traghettare il territorio verso il futuro.
Le regole del gioco sono chiare: si vota domenica 23 novembre dalle ore 7 alle ore 23 e lunedì 24 novembre dalle ore 7 alle ore 15. Le operazioni di scrutinio iniziano subito dopo la chiusura delle urne del secondo giorno.
Il legislatore regionale, tramite la legge elettorale della Regione Puglia, ha confermato che il presidente della Giunta sarà eletto a suffragio universale diretto e contemporaneamente al Consiglio regionale. Il Consiglio è composto da 50 consiglieri, oltre al presidente della Giunta regionale che è parte integrante dell’assemblea legislativa.
Sul piano numerico e degli equilibri, la Puglia si appresta a un voto denso di implicazioni. Il centrosinistra è rappresentato dall’europarlamentare dem Antonio Decaro – ex sindaco di Bari – candidato alla presidenza della Regione e sostenuto da una coalizione che comprende il Partito Democratico (PD), il Movimento 5 Stelle, la lista Alleanza Verdi e Sinistra, e varie formazioni civiche (“Decaro presidente”, Lista “Per” e “Popolari con Decaro”).
In campo contro di lui, per il centrodestra, è schierato l’imprenditore Luigi Lobuono – candidato della coalizione che include Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega-UDC, Noi Moderati e La Puglia con Noi.
Completa il quadro la presenza di altre due candidature: Ada Donno (per la lista Puglia Pacifista e Popolare) e Sabino Mangano (per Alleanza Civica per la Puglia).
La legge regionale non prevede una soglia minima esplicita per il premio di maggioranza collegato al candidato presidente, differenziando la Puglia da altre regioni dove è previsto uno “sbarramento” forte o un premio più netto. Tuttavia, le liste collegate al candidato presidente più votato ottengono un potenziamento nel numero di seggi assegnati in grado di garantire governabilità. Ogni lista, all’interno di ciascuna coalizione, per poter ottenere seggi in aula consiliare dovrà superare lo sbarramento del 4 per cento.
Dal punto di vista pugliese il voto assume contorni particolari. La provincia di Bari, cuore elettorale della Regione, sarà decisiva: una vittoria in quel bacino può avere effetto domino sulle province meridionali di Lecce, Brindisi e Taranto.
C’è un dato che va letto con attenzione: l’affluenza. Nei precedenti appuntamenti regionali la partecipazione ha già mostrato cali significativi, in linea con la tendenza nazionale. Nelle ultime elezioni Regionali la percentuale si era fermata al 56 per cento. Ma nelle elezioni regionali che si sono svolte recentemente in Calabria e Marche non si è andati oltre il 45 per cento. Un dato che fa temere un crollo dei votanti anche in Puglia. E in una regione dove il “voto di identità” era un tempo un patrimonio stabile, oggi l’astensionismo può mutare il rapporto di forza tra gli schieramenti.
È utile ricordare che tutti gli aggiornamenti in tempo reale dallo spoglio – che scatterà subito dopo la chiusura dei seggi lunedì sera – saranno disponibili su Buonasera24.it con grafici e mappe di comparazione provinciali.
Ma quali sono state le sfide su cui si è incentrata la campagna elettorale? Sicuramente la sanità, la mobilità, la transizione energetica, l’economia agroalimentare e la siderurgia (Taranto in primis) hanno capitalizzato la contesa. Non è un caso se diversi interventi degli schieramenti hanno avuto come sfondo Taranto, la nuova ZES Ionica, il porto, l’ex Ilva. Il successo nei comuni dell’area Jonica può segnare un vantaggio strategico per il candidato che sarà in grado di imporre un’agenda concreta.
Il voto pugliese del 23-24 novembre 2025 non è solo una tappa regionale: diventa cartina al tornasole della vitalità politica del Mezzogiorno. Per i candidati, dopo le chiusure in programma questa sera, sarà finito il tempo delle parole. E toccherà agli elettori scrivere con la propria matita nelle urne il destino di questa regione.
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